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Chiesa convince la stampa: “Federico il Grande, titolare a costo di tagliare Insigne o Bernardeschi”

La Gazzetta invoca la presenza di Federico Chiesa in campo dal primo minuto con la maglia azzurra

Redazione VN

Il grande protagonista della gara dell'Italia di ieri sera è stato Federico Chiesa. Il giocatore della Fiorentina, dopo l'1-1 della Nazionale contro la Polonia di ieri sera, viene eletto come migliore in campo e come perno del nuovo ciclo che sta nascendo. La Gazzetta lo esalta in prima pagina (LEGGI QUI), e in uno dei suoi pezzi scrive:

Chiesa al centro del villaggio azzurro. Va bene gli stage per gli Zaniolo, ma Federico è il futuro già pronto e non possiamo farne a meno, già ora. Ha il talento e la personalità sfrontata del predestinato, ha la fame, la rabbia, l’allegria che sono mancate alla giovane Italia di Bologna. E’ entrato al 27’ della ripresa, ha firmato il primo tiro in porta degli azzurri al 29’ e poco dopo si è procurato il rigore del pareggio. Ha incendiato un pubblico avvilito con la sua facilità di corsa palla al piede che con il 14 sulla schiena rimandava a Cruijff, detto con rispetto.

Poi ancora la rosea, in un altro articolo intitolato: "Ci dà la scossa sempre lui, Federico il Grande", in cui leggiamo:

C'è poco da fare, il 20enne nato a Genova e diventato uomo a Firenze non può più attendere: la nuova era azzurra deve ripartire da lui, a costo di sacrificare a turno Bernardeschi e Insigne, a meno che Mancini non decida di virare sul 4-2-3-1. Cresce velocemente il 20enne tuttofare là davanti, già 65 presenze e 10 gol in Serie A, ieri al sesto gettone con la maglia che tutti sognano.

Anche il Corriere dello Sport si sofferma su Federico Chiesa con un articolo intitolato: "Fede sa fare la differenza":

Quando al minuto 26 del secondo tempo Federico Chiesa è entrato in campo al posto di Lorenzo Insigne la curva Andrea Costa, ribattezzata Bulgarelli, quella in cui batte forte il cuore per il Bologna, gli ha regalato un applauso infinito. Ed è stato bello, bellissimo come la rivalità sportiva che c’è tra le due tifoserie rossoblù e viola debba passare in secondo piano quando c’è di mezzo la Nazionale, la maglia azzurra. Ma attenzione, non è finita qua, la scena si è ripetuta pochi attimi più tardi, quando tutto lo stadio è schizzato in piedi nel momento in cui Chiesa ha costruito il suo primo tiro in porta parato da Fabianski. Finita qua? Ci mancherebbe, perché tutte le volte che il ragazzo prodigio della Fiorentina che tanta Europa e tutta l’Italia che pensa in grande già le invidia ha saltato l’uomo o ha scaricato il pallone con il contagiri al compagno più opportuno e indicato ecco che dalla tribuna e anche da Mancini gli sono arrivati applausi. Sì, è stato lui ad accendere con la sua entrata un’Italia discontinua e che viveva anche di poca lucidità e troppa frenesia, e non a caso si è guadagnato anche un rigore, fallo di Blaszczykoswski, che ha permesso a Jorginho di firmare l’1-1 dal dischetto. Certo, Mancini può dormire sonni tranquilli almeno sul fronte Chiesa, sapere che c’è e che quando gioca fa sempre vedere tutto quello che di bello e buono sa fare sarà sempre un motivo di gioia. Nonostante abbia ancora tanto da fare per costruire un’Italia davvero competitiva almeno a certi livelli. Ai livelli che le competono, si intende.

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