Pradè gli aveva chiesto di segnare dieci gol in quattro mesi, Matri (foto di lanazione.it) ne ha modestamente fatti due in 45 minuti. Poi è uscito per precauzione — gli attaccanti viola in questo momento sono da conservare sotto vetro — lasciando dietro di sé una scia di squisite certezze: la Fiorentina ha trovato un attaccante di qualità e un punto di riferimento per gli esterni, che nelle ultime settimane avevano cambiato mestiere diventando pedine del sistema «barcellonizzato» ideato da Montella per assistere Giuseppe Rossi, un fenomeno vero, come canta la curva, costretto a sfruttare continuamente se stesso dopo due gravissimi infortuni allo stesso ginocchio. L’infortunio ha cancellato ogni certezza, soprattutto in assenza di Mario Gomez e considerando l’incertezza dei suoi tempi di rientro. E la partita di Torino (con Ilicic falsissimo centravanti) ha confermato la fantastica inutilità di un impianto di gioco senza realizzatori.
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Chi ben comincia…
Pradè aveva chiesto a Matri 10 reti e dopo mezza partita… (COMMENTA)
La Fiorentina è stata bravissima a piombare su Matri nei tempi giusti e Matri è stato altrettanto vispo a capire che nessun’altra squadra avrebbe potuto offrirgli un’occasione così ghiotta: rientrare in gioco nell’anno del mondiale brasiliano all’interno di un gruppo capace di segnare 34 gol praticamente senza Gomez. (...) E Matri ha confermato ogni speranza di staff tecnico e tifosi, andando oltre le previsioni per la straordinaria semplicità con cui ha saputo inserirsi all’interno dell’impianto viola: un po’ lo hanno aiutato le circostanze (la qualità non altissima dei difensori del Catania, portiere Frison compreso), ma l’ex rossonero ci ha messo davvero del suo proponendosi anche come punto di riferimento fra le linee, una sponda solida capace di resistere alle pressioni. Bellissimo, fra l’altro, uno stop in corsa con lancio al volo per Cuadrado. Suo l’assist in area per il primo gol di Mati Fernandez. Con Matri davanti, insomma, la Fiorentina sembra aver recuperato sicurezza: comunque vada, lassù c’è qualcuno che sa che cosa fare. E quando tornerà in campo Gomez probabilmente saprà farlo ancora meglio. I due attaccanti possono giocare insieme e rendere molto meno amara l’assenza di Giuseppe Rossi.
Angelo Giorgetti - La Nazione
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