Capitali “vergini” per accontentare Silvio Berlusconi sul passaggio di proprietà del Milan. La seconda caparra di 100 milioni, versata il 13 dicembre dalla Sino-Europe Sports a Fininvest per ottenere la proroga del closing per il 3 marzo, infatti non proviene dalla ricca Cina ma da un prestito ponte garantito da una società con base nelle Isole Vergini Britanniche, conosciuto come uno dei più floridi paradisi fiscali del pianeta Terra. I documenti, datati proprio il 13 dicembre e pubblicati ieri dal sito ‘Calcio & Finanza’, fanno emergere questa triangolazione che al momento non ha alcun passaggio che travalica il limite della legalità: la Willy Shine International Holdings presta 102 milioni di euro alla Rossoneri Champion, società veicolo di Ses con sede ad Hong Kong, che chiude il circuito girando il bonifico a Fininvest attraverso un conto Credit Suisse, come da noi allora riferito.
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Cessione Milan, nuovo mistero: la seconda caparra non arriva dalla Cina…
I 100 milioni versati il 13 dicembre sono arrivati dalle Isole Vergini, noto paradiso fiscale. Niente di illegale, ma crescono i dubbi
Di chi è il denaro? Non è dato saperlo visto che le società registrate alle Isole Vergini Britanniche non sono infatti tenute a pubblicare l’elenco dei propri amministratori né quello dei propri azionisti. Fonti vicine al dossier Ses garantiscono però che questo stile di operazione si sia reso necessario per fare uscire in maniera più rapida dalla Cina i soldi necessari a ottenere la proroga e soprattutto che si tratta interamente di capitali riconducibili interamente agli investitori della cordata. Restano meno di 60 giorni per portare a termine l’affare. Il termine ultimo resta il 3 marzo (quando sarà convocata l’assemblea dei soci anche per approvare il bilancio 2016, con perdite coperte proprio da Ses a partire dal 1° luglio) ma le autorizzazioni del Governo di Pechino dovranno pervenire entro il 28 febbraio. Gli acquirenti sono convinti di fare in tempo, nonostante a cavallo fra gennaio e febbraio gli uffici pubblici della Repubblica Popolare resteranno chiusi per qualche giorno per i festeggiamenti del Capodanno cinese. In ballo ci sono i 200 milioni già versati, 320 mancano invece all’appello.
Luca Guazzoni - QS
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