Un anno fa, di questi tempi, il Manchester City aveva cominciato a studiarlo. Osservatori al Franchi, telefonate tra Mancini e il suo amico Mihajlovic, contatti con il procuratore. I Paperoni arabi presentarono alla famiglia Della Valle un'offerta superiore ai dieci milioni. Tanta roba. Ma, in quel momento, Alessio Cerci era uno dei punti di forza della Fiorentina e uno degli idoli della curva. Capace di paragonarlo, in un coro cliccatissimo, nientemeno che al fenomeno Leo Messi. Quindi, trattativa chiusa.
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Cerci per un giorno disfa la valigia
Sarà ceduto a fine stagione, ma oggi deve guidare la Fiorentina verso la salvezza
Valigia pronta Dodici mesi dopo l'Henry di Valmontone ha la valigia pronta. Il divorzio dalla società viola è già scritto ma il City è sparito. Insieme ai suoi milioni. E per Cerci si parla di un possibile passaggio al Torino a patto che la squadra di Ventura riesca a conquistare la serie A. Una parabola incredibile. Lo scomodo Alessio non finisce mai di stupire. In questa stagione ha recitato tante parti in commedia: titolare, panchinaro, praticamente fuori rosa durante il mercato invernale, ripescato contro la Juve e subito «bruciato in piazza» per il pugnetto a Caceres con conseguente espulsione. Pensate, la Fiorentina volutamente non ha neppure presentato ricorso per le tre giornate di squalifica. Cerci ormai era considerato fuori dal gruppo. E, ora, eccolo riaffiorare. All'improvviso. Amauri squalificato? Jo-Jo infortunato? Nessun attaccante in rosa? Di colpo l'ingombrante Cerci torna a essere il salvatore della Patria.
Tutto su di lui Contro l'Inter dovrà sostenere da solo tutto il peso offensivo della squadra viola. E l'idea non lo spaventa, anzi lo diverte. Per lui è un tuffo nel passato. Quando militava nella Primavera della Roma in molti lo consideravano l'erede di Totti e oggi proverà a travestirsi da Francesco. Il suo idolo. Centravanti libero di muoversi a suo piacimento su tutto il fronte avanzato. Delio Rossi, che aveva chiesto alla società di cedere Cerci a gennaio e che dopo la Juve lo considerava già un ex, ieri ha provato a restituirgli un minimo di credibilità: «Cerci a fine corsa in maglia viola? Non so, la gente si ricorda solo delle ultime partite. Alessio ha qualità ma le esterna solo a momenti. Lui non è una prima punta, lui ama partire largo. Cercheremo di sfruttare le sue caratteristiche». I tifosi viola, invece, proveranno a ignorarlo, dopo tante polemiche e tanti fischi. Questa Fiorentina che deve evitare la retrocessione non può permettersi battaglie private. Poi, con la salvezza in tasca, si volterà pagina e Alessio saluterà Firenze e la maglia viola. Un divorzio che farà felici tutti.
Luca Calamai - La Gazzetta dello Sport
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