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Cerci è un pericolo in più

Il rapporto con Firenze, la nuova vita a Torino

Redazione VN

Destinato a far discutere, spesso nel bene, talvolta nel male. Ma Alessio Cerci è così, prendere o lasciare. Talento sbocciato all’ombra di Totti, fiorito sui campi lontano dalla capitale, fino a trovare una sua dimensione importante (e la nazionale) con la Fiorentina prima e con il Torino poi. Una vita sotto i riflettori che il numero 11 granata non ha mai digerito, perchè spesso finito alla ribalta delle cronache per le sue ‘leggerezze’ da ragazzo genuino, forse troppo generoso e proprio per questo portato a non preoccuparsi delle conseguenze. «L’immagine della testa calda — ebbe modo di dire in tempi non sospetti — non mi appartiene, sono un ragazzo semplicissimo. Non bevo, non fumo e non vado a ... avventure, frequento gli amici di sempre. Poi a vent’anni si possono commettere delle piccole fesserie, ma verso di me c’è stato troppo accanimento». Tutto vero. Ma è difficile staccarsi di dosso le etichette che gli altri ti affibbiano, magari anche con una pacca sulla spalla.

A Firenze il rapporto con la curva e l’ambiente era vissuto su alti e bassi, ma gli alti avevano raggiunto vette impensabili perchè «Alessio Cerci è il nostro Messi». Più alto di così. Una parte delle tifoseria non avrebbe voluto separarsi da uno dei migliori al tempo di Mihajlovic, ma i sosoiri sono stati sopiti dalla crescita della Fiorentina.

C’era addirittura, in questi giorni, chi aveva ipotizzato un suo ritorno in viola, ma adesso la sua vita è a Torino, sotto l’ala protettrice di Ventura, il mentore di Alessio sia dai tempi di Pisa. Forse le voci di un ritorno sono state alimentate dal presunto screzio avuto con l’allenatore granata durante Parma-Torino, al momento della sostituzione.

«Il silenzio molte volte è la miglior risposta ma dopo tutte le idiozie lette in questi due giorni devo intervenire. Non siete stufi di andare sempre alla ricerca di un ‘caso Cerci’? Deve per forza essere successo qualcosa? Mi dispiace deludervi ma è tutto ok, sto bene, non ho litigato con nessuno». Il messaggio arriva forte e chiaro sul profilo facebook del giocatore, perchè è facile associare a una spogliatoio in fibrillazione un Cerci ‘capo popolo’. Fin troppo facile da non essere poi così vero. L’unica certezza è che «una fastidiosa lombalgia», non impedirà a Cerci di giocare una delle partite a cui tiene di più. «L’unica cosa che conta è prepararsi per la partita di domenica», chiude l’attuale idolo della curva Maratona. E c’è da giurare che se dovesse segnare esulterà, ma con grande rispetto per la Fiorentina. In fondo nessuno lo aveva mai paragonato a Messi...

La Nazione