Montella non ne fa una questione di moduli, ma dopo quella di Cerci, arriva a ruota anche la conferma in coro di Jovetic da parte della dirigenza viola, e con questa anche la prima, importantissima, scelta tattica che il tecnico di Castello di Cisterna dovrà prendere da allenatore della Fiorentina. L'indicazione di Pradé e Mencucci sulla permanenza di Jovetic è chiara, anche se la certezza di poter contare su di lui anche nella prossima stagione si potrà avere avere solo alle 19 del 31 agosto.
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Cerci e Jovetic insieme, la prima sfida di Montella
Se resterà anche JoJo, il problema sarà tattico
Intanto Montella getta le basi della sua Fiorentina, e l'equivoco tattico è servito: sarà possibile la convivenza in campo di Jovetic e Cerci? Il compito non è dei più semplici e lo dimostra il fatto che sia Mihajlovic che Rossi, ovvero i predecessori dell'areoplanino sulla panchina viola (troppo breve l'esperienza di Guerini per poter essere presa in considerazione), hanno entrambi fallito nel tentativo di far coabitare i due talenti più puri della rosa gigliata. Probabile che se davvero sia Cerci che Jovetic dovessero rimanere a Firenze, uno dei due si dovrà sacrificare sull'altare del modulo.
Se sarà 4-3-3 spetterà al campione montenegrino adattarsi sulla fascia o, forse peggio ancora, come punta centrale, mentre con le altre due disposizioni tattiche usate in carriera da Montella, il 3-5-2 e il 4-2-3-1 sarà Cerci a dover andare contro il proprio dna di ala attiva quasi esclusivamente in fase d'attacco. Con i 3 dietro l'unica punta, infatti, dando per scontato che sarebbe Jovetic a ricoprire il ruolo di trequartista, Cerci giocherebbe sì sulla destra come predilige, ma con compiti di copertura che non gli appartengono. Già Mihajlovic, all'inizio della sua sfortunata avventura a Firenze, lo propose in quel ruolo con scarsi risultati. Meglio un Cerci nel 3-5-2, ma la sensazione è che l'esterno di Valmontone non abbia i movimenti giusti per ricoprire la posizione della mezza punta.
I giocatori di qualità sono sempre compatibili: la speranza è che una delle regole auree del calcio non faccia cilecca proprio questa volta.
ALESSIO CROCIANI
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