Proprio mentre infuria la polemica sull'articolo 18, Massimo Cellino regala un assist al governo Monti. Il presidente del Cagliari non ha esonerato l'allenatore Davide Ballardini, ma lo ha licenziato per giusta causa. La notizia, anticipata dall'Unione Sarda, è clamorosa. Nel momento in cui Cellino ha deciso di liberarsi del tecnico ravennate, richiamando in panchina Ficcadenti, ha messo in atto il suo piano: il 12 marzo, meno di 24 ore dopo aver provveduto all'esonero, ha inviato a Ballardini una lettera di richiamo e il 16 ha notificato il licenziamento in tronco del tecnico all'Ufficio territoriale del lavoro di Cagliari. Ballardini potrà opporsi al provvedimento, impugnandolo davanti al Tribunale del lavoro di Cagliari. Resta il mistero sulle ragioni della «giusta causa».
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Cellino ha licenziato Ballardini per «giusta causa»
Proprio mentre infuria la polemica sull’articolo 18, Massimo Cellino regala un assist al governo Monti. Il presidente del Cagliari non ha esonerato l’allenatore Davide Ballardini, ma lo ha licenziato per …
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La differenza tra esonero e licenziamento è sostanziale: nel primo caso Ballardini avrebbe continuato a percepire lo stipendio pattuito al momento della firma sul contratto, 800 mila euro per questa stagione e un milione per la prossima. Così il Cagliari ha sospeso con effetto immediato il pagamento degli emolumenti. Renzo Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori, è preoccupato: «La giusta causa non è prevista dalla legge 91 se non nei casi estremi. Qui l'articolo 18 non c'entra niente, ma non vorrei che si approfittasse del mancato rinnovo del contratto collettivo per far passare cose non lecite».
Corriere della Sera
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