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Ceferin, UEFA avverte: “Fiducia nell’Italia, ma inevitabili le conseguenze per chi non gioca”

Photo by Paul Murphy - UEFA/UEFA via Getty Images

L'intervista allo sloveno, presidente del massimo organo del calcio europeo

Redazione VN

Aleks Ceferin è presidente della Uefa da quasi quattro anni, ma non hai mai affrontato una situazione d'incertezza come quella che sta vivendo il calcio europeo a causa della pandemia di Covid-19. Il dirigente sloveno è stato intervistato dal Corriere dello Sport-Stadio che ha fatto con lui il punto della situazione del calcio europeo ed italiano, in particolare.

Preoccupazione per gli sviluppi in Italia?

Ceferin si dice fiducioso nelle istituzioni e nei club italiani, ma allo stesso tempo è preoccupato dal ritardo nelle decisioni. Loda il protocollo di sicurezza del quale dice era fondamentale dotarsi, ma ricorda che il rischio zero non può esistere a nessun livello e in nessun ambiente lavorativo. Fermo restando la priorità della salute pubblica, sottolinea che anche il calcio, così come altri settori, ha il dovere di ripartire, rispettando gli impegni assunti. Perché ricorda "le competizioni nazionali e quelle europee sono fisiologicamente collegate" ed in Europa si devono qualificare club che abbiano vinto campionati e coppe nazionali. Altrimenti si perde l’essenza dello sport, non solo del calcio.

La quarantena obbligatoria di due settimane un ostacolo solo italiano? 

Lo sloveno rispetta le decisioni delle autorità scientifiche perché dice "hanno la grande responsabilità di difendere la salute delle persone". Detto questo si dice convinto che la gestione delle positività dei calciatori sia il passaggio fondamentale per la continuità delle competizioni. E cita l'esempio della Germania, ormai prossima a tornare in campo, che ha adottato soluzioni mirate e funzionali al prosieguo dell’attività, non alla sua improvvisa interruzione.

L’assenza del pubblico una condizione a cui dovremo abituarci? 

Il timore che per un certo periodo non sarà possibile far entrare il pubblico negli stadi, c'è. La speranza è che si tratti di una parentesi non troppo lunga, prima di rivedere gli impianti pieni di appassionati entusiasti. 

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