«Adesso ho paura soprattutto di un calo mentale», Montella nel dopo partita di Fiorentina-Juventus è stato chiarissimo: «Chi ha giocato ha speso tantissime energie, non solo fisiche, a Napoli dovremmo valutare soprattutto questo aspetto». Ecco che al San Paolo non vedremo la Fiorentina due, ma una squadra che per forza di cose dovrà fare un ampio turn over. Almeno cinque titolari su undici cambieranno, per cercare di giocarsela a tutti gli effetti senza nessun giocatore a mezzo servizio.
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C’è Wolski, via al turn over
Pasqual torna titolare, Anderson scalpita
Ecco che chi non è sceso in campo contro la squadra di Tevez avrà grandi chance di scendere in campo dall’inizio contro Higuain e compagni. I nomi? Eccone alcuni: Pasqual, Joaquin, Wolski, magari anche Matos. E poi, Montella, avrà la possibilità di recuperare Mati Fernandez (niente Pizarro invece, uscito malconcio contro i bianconeri) uno che, prima del leggero infortunio, sembrava essere davvero il calciatore più in forma della squadra. Insomma, spazio a chi non ha giocato, oppure a chi ha giocato poco negli ultimi tempi come Ambrosini (o magari Anderson) che contro gli azzurri potrebbe servire dal punto di vista dell’esperienza e del carattere. Ieri la squadra viola, dopo il ko di giovedì, è subito tornata in campo.
Allenamento defaticante per molti, seduta normale per gli altri con l’allenatore viola che ha parlato alla squadra chiedendo di dimenticare subito l’esclusione dall’Europa League, provando a concentrarsi subito sul campionato e su n quarto posto da difendere con le unghie e con i denti: è questo l’obiettivo che rimane da qui al termine della stagione, assieme naturalmente alla finale di coppa Italia ancora contro il Napoli.
E davanti chi giocherà al San Paolo? Dubbi, che saranno sciolti soltanto sul filo di lana, probabilmente con la solita staffetta Gomez-Matri, questa volta a parti invertite. Infine la bella notizia: ieri al mini centro sportivo dei campini si è rivisto anche Giuseppe Rossi. Per lui seduta differenziata, i primi allenamenti accanto ai compagni poi il primo referto medico post Stati Uniti con la conferma della «buona stabilità» del ginocchio destro, infortunatosi il 5 gennaio scorso, e «la corretta attivazione neuromotoria degli arti inferiori».
La Nazione
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