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Castagner: “La morte di Astori ricorda quella di Curi. Nel gruppo vuoto incredibile”

L'ex allenatore del Perugia non si capacita: "Impensabile una morte di uno sportivo sano e seguito"

Redazione VN

Ilario Castagner ha vissuto con i suoi occhi la tragedia: era lui l'allenatore del Perugia quando nel match contro la Juventus Renato Curi si accasciò al suolo senza più riprendere i sensi. Al Corriere dello Sport - Stadio l'ex allenatore del grifone parla del parallelo tra la morte di Curi e quella di Astori:

Mi ha ricordato molto quella brutta domenica, terribile. L'albergo di Udine lo conosco bene perché ci andavo con le mie squadre. Mi sono immedesimato perché la mattina la squadra fa colazione, arrivano uno dopo l'altro, prendono posto a tavola e prima di cominciare a mangiare ognuno si guarda intorno perché, di solito, qualcuno si è svegliato più tardi. Il fatto che Astori non si sia visto e che siano andati a cercarlo mi fa venire i brividi. In un gruppo di ragazzi allegri si apre improvvisamente un vuoto ed entra la tragedia. Pensi alla sua famiglia, alla sua compagna, alla bambina piccola. Anche Clelia, la moglie di Curi, aveva una bambina di due anni come Astori. Un giocatore è controllato sistematicamente, appena ha qualcosa il medico sociale corre subito a curarti, ti porta a fare controlli all'ospedale, le Tac. Insomma sono molto seguiti. Queste morti improvvise sono praticamente inspiegabili. Sono quelle cose che uno pensa non si possano verificare perché i giocatori sono atleti, sono sani, seguiti e pieni di energia. Esiste il destino, tra i semafori.

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