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Caso Magherini: «Un carabiniere gli tirò calci»

«E’ rimasto ammanettato a pancia a terra, in silenzio, per un tempo che varia dagli 11 ai 13 minuti circa. A questo va aggiunto l’ulteriore tempo necessario al medico e …

Redazione VN

«E’ rimasto ammanettato a pancia a terra, in silenzio, per un tempo che varia dagli 11 ai 13 minuti circa. A questo va aggiunto l’ulteriore tempo necessario al medico e all’infermiere per compiere a piedi l’ultimo tratto che li separava dal luogo preciso in cui si trovava Magherini, per relazionarsi con i carabinieri ed i volontari, ed infine approcciarsi a Magherini stesso e constatarne l’arresto cardiaco». Sono le considerazioni con cui la polizia giudiziaria conclude le quasi duecento pagine di ricostruzione della notte in cui l’ex calciatore viola Riccardo Magherini muore mentre lo arrestano i carabinieri. Gli investigatori, hanno identificato «dalle descrizioni fornite dai testimoni», il carabiniere che «verosimilmente da una posizione chinata, avrebbe colpito con uno o due calci Magherini sul lato destro del corpo». Si tratta del militare «rasato più alto e robusto».

Ma, tornando ai minuti in cui Magherini è rimasto ammanettato a terra, sarà fondamentale capire la posizione dei quattro carabinieri indagati. Un fotogramma di quei momenti, tratto dai video, immortala «i quattro carabinieri (che) lo tengono per terra, mentre urla e scalcia. Nel citato video si nota un carabiniere privo di capelli che si mette a cavalcioni sulla gambe di Magherini. Il carabiniere ferito alla fronte, sempre rasato, si trova sul lato sinistro e ad un certo punto si allontana per andare a generalizzare alcune delle persone presenti. Il carabiniere più alto, sempre senza capelli, si trova sulla destra all’altezza del bacino mentre il carabinieri con i capelli si trova sul ladro destro, all’altezza della testa di Magherini». Al loro arrivo, i volontari dell’ambualnza trovano l’ex calciatore «sempre ammanettato a pancia a terra; non si muove e non parla. E’ con gli occhi chiusi, tanto che la volontaria gli alza le palpebre verificando che lo stesso ha la pupilla dilatata».

Ci sono nove testimoni che «parlano di pressione sul corpo di Magherini, da parte dei carabinieri», e tre che invece la escludono. Quattro persone, in modo più o meno preciso, indicano una pressione sul collo. Infine, parlano «di tempo prolungato nella posizione pancia a terra, oppure di inattività nel prestargli soccorso, dopo che Magherini è immobile ed in silenzio, sette persone». A questo punto, per chiudere l’inchiesta mancano gli esiti degli esami scientifici affidate dal pm Bocciolini ai propri consulenti.

Ma entra in campo anche Amnesty International. Il direttore generale italiano, Gianni Rufini, ha scritto al ministro dell’Interno Angelino Alfano. «Secondo quanto denunciato dai familiari di Magherini — spiega Amnesty in una nota — nei primissimi momenti successivi alla morte del loro congiunto sarebbero stati posti in essere atti potenzialmente idonei ad alterare il corso delle indagini». Martedì sera, al circolo di Pozzolatico, circa trecento persone hanno partecipato alla prima cena dell’Associazione Riccardo Magherini, organizzata nel giorno in cui avrebbe compiuto 40 anni. Presenti ex compagni della Fiorentina, come Amerini, Aiana, Betti, Lacchi e Tosto, gli amici Furio Valcareggi e Pino Vitale. Presente anche la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, con l’avvocato Anselmo.

Stefano Brogioni - La Nazione