Si spende, nel calciomercato. E si spande: la spesa mondiali per i trasferimenti (e per giunta solo quelli estero su estero) nel 2013 è aumentata del 41% rispetto all’anno prima, toccando il picco di 3,7 miliardi di dollari. Da record anche il numero di scambi internazionali: sono saliti a 12.309, ma quelli a costo zero (fine contratto o prestito) sono la stragrande maggioranza, l’86%. Questo vuol dire che il volume di denaro è generato dal restante 14% di trasferimenti (1.628), in calo rispetto al 17% del 2012. Ma nonostante ci siano stati meno scambi a pagamento sono schizzate in alto le commissioni dovute agli intermediari, che non sono i soldi dati dal giocatore al proprio agente: si parla del 30% in più, per un totale di 216 milioni. I club italiani, nonostante una cifra tecnica che sembra in calo, sono ancora secondi al mondo per le spese nei trasferimenti internazionali di giocatori ancora sotto contratto con altri club: l’aumento in questo caso è del 120% rispetto al 2012, con 475 milioni di dollari investiti. Le società inglesi sono inarrivabili con 975 milioni. Il saldo italiano, tra giocatori venduti e comprati però è indicativo delle partenze eccellenti del nostro calcio: il disavanzo è solo di 39 milioni. Quello inglese è addirittura di 613 milioni, mentre la Spagna ci guadagna 246 milioni. Globalmente, i club italiani hanno importato 304 giocatori nel 2013 (più 15%), mentre 382 sono partiti (più 12%). Il campionato brasiliano come da tradizione è quello caratterizzato dal maggiore esodo verso l’estero: ben 1.402 giocatori venduti nel mondo nel 2013. Un marchio di fabbrica, quello verdeoro, che tira sempre.
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Calciomercato: spese folli in tutto il mondo
Si spende, nel calciomercato. E si spande: la spesa mondiali per i trasferimenti (e per giunta solo quelli estero su estero) nel 2013 è aumentata del 41% rispetto all’anno prima, …
Corriere della Sera
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