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Bucchioni su Prandelli: “Scelta senza coraggio”

Senza Pepito Rossi siamo tutti un po’ più tristi. Tristi per lui, ma anche per la Nazionale. L’esclusione è dolorosa, lascia un senso di vuoto per molte ragioni non soltanto …

Redazione VN

Senza Pepito Rossi siamo tutti un po’ più tristi. Tristi per lui, ma anche per la Nazionale. L’esclusione è dolorosa, lascia un senso di vuoto per molte ragioni non soltanto calcistiche. «In lui c’è qualcosa di meraviglioso» aveva detto Prandelli soltanto due giorni fa. Ecco, appunto. Per Pepito inseguire i mondiali era come inseguire un sogno di bambino, realizzare una promessa fatta al padre scomparso pochi anni fa. Con volontà, sacrificio, lavoro, coraggio, ha superato anche l’ultimo drammatico infortunio al ginocchio, è tornato in campo senza aver perso il senso del gol, ha fatto cose al limite dell’umano, ma quel sogno non è diventato realtà. Gliel’hanno rubato. Eppure sempre due giorni fa Prandelli aveva aggiunto: «Contro l’Eire per Pepito sarà come la prima partita del mondiale. E’ guarito, deve soltanto vincere la paura dei contrasti». Cosa sia accaduto in quarant’otto ore per fare cambiare idea al Ct forse non lo sapremo mai. Certo, questa è l’ennesima occasione persa dal calcio per mettere in vetrina un esempio finalmente positivo per tanti ragazzi, dimostrare che con la forza di volontà, inseguendo valori e non soldi, si possono centrare obiettivi impossibili. Calcisticamente poi, Rossi è un giocatore unico. Un fuoriclasse. Sappiamo bene che non è al massimo della condizione, ma anche così, con la qualità, la velocità e il senso del gol, avrebbe comunque fatto comodo. Serviva un gesto di coraggio che andasse oltre le tabelle dei medici e dei preparatori, ma il coraggio (e il cuore) o ce l’hai o non ce l’hai. Forse bastava un centrocampista in meno (Parolo) e un attaccante in più (Rossi) per far quadrare comunque la rosa e avere una straordinaria soluzione in più per l’attacco. E poi Pepito nei quindici giorni che ci separano dal debutto poteva crescere ancora, anche giocando part-time avrebbe fatto il suo. Peccato, l’Italia non avrà un altro Rossi. Speriamo solo che Prandelli, come ha fatto Lippi di recente, non debba poi pentirsi amaramente di una scelta così glaciale al limite del sadismo.

Enzo Bucchioni - La Nazione