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Bucchioni: “Lettera aperta a Cuadrado”

Carissimo, avrei potuto farle un appello su twitter, scriverle una mail o mobilitare il popolo di Facebook per un Cuadrado day. Troppo chiasso. Ho preferito andare sul classico, su qualcosa …

Redazione VN

Carissimo, avrei potuto farle un appello su twitter, scriverle una mail o mobilitare il popolo di Facebook per un Cuadrado day. Troppo chiasso. Ho preferito andare sul classico, su qualcosa forse demodè, ma sicuramente più intimo: una lettera. Sa qual è il motivo? Io credo che in questo mondo della comunicazione ormai convulso, banale e massificato, una lettera le consenta invece di fare l’unica cosa utile in questi giorni di attesa e di incertezza: riflettere.

Le do del lei (non usa più neppure questo) semplicemente perché non ci conosciamo: non basta essersi incrociati qualche volta. Il mio è un consiglio disinteressato, da semplice uomo di calcio. La prima volta l’ho vista giocare su un terreno della periferia di Lecce, al mio amico Serse Cosmi ho chiesto: ma quello è un fenomeno? Risposta: «E non hai visto niente». Aveva ragione. Quello che poteva diventare e non era ancora, l’abbiamo scoperto a Firenze anche grazie al lavoro e all’investimento che su di lei ha fatto la Fiorentina. In maglia viola, in un ambiente sereno, con un gioco che la esalta e un pubblico che la ama, è diventato un campione. So bene che nel calcio la riconoscenza non esiste, ma le chiedo semplicemente di domandarsi se questo è il momento giusto per andar via, lasciare le certezze, per una difficile avventura in un calcio più grande, ma anche più complicato. Forse un altro anno a Firenze potrebbe aiutarla a crescere ancora, ad acquisire maggior forza e maggiori certezze. E non solo contrattuali. Nella Fiorentina è un idolo, dalle altri parti rischia di diventare uno dei tanti. E poi sarebbe un errore lasciare una squadra dopo due anni di lavoro: la Fiorentina è pronta per qualcosa di grande anche con lei. Ricordi: vincere a Firenze vuol dire entrare nella storia, da altre parti è normale. E poi visto che il suo contratto è stato giustamente adeguato, in certi casi non è un milione di euro in più che cambia la vita…. a volte la cambia in peggio. E l’affetto di una città intera lo può avere solo a Firenze. Buona riflessione e grazie per l’attenzione.

Enzo Bucchioni - La Nazione