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Borja Valero: “A Firenze sono felice”

“Firenze è entrata nel mio cuore.Siamo compatti e motivati” (COMMENTA)

Redazione VN

Unisce l’intelligenza tattica di De Sisti alla qualità di Rui Costa, tanto per citare due grandi centrocampisti che hanno fatto la storia viola. Borja Valero Iglesias, 29 anni tra due settimane, numero 20 sulle spalle, è il simbolo della Fiorentina spagnoleggiante di Vincenzo Montella e il capitano morale della squadra. Il giocatore che più di ogni altro è entrato nel cuore dei tifosi. Il centrocampista, con l’aria sorniona e il tocco morbido, ha messo d’accordo sia gli ultrà della Fiesole che i criticoni della Maratona. Per la verità, prima di lui, la gente si è innamorata del figlio. I video con il piccolo Alvaro che canta l’inno di Narciso Parigi sono i più cliccati su youtube e sono stati la scintilla di un grande amore. Il resto lo ha fatto lui. L’anima e la coscienza di una squadra in rampa di lancio. Borja è un giocatore moderno nell’era del tiki-taka, ma con l’animo antico. Tanto che, a dispetto delle offerte che gli stanno piovendo addosso da tutta Europa, alcune da club di primissima fascia, è pronto ad allungare il contratto. Perché? «Perché Firenze è entrata nel mio cuore e quando scelgo penso soprattutto alla mia famiglia. Rocio, mia moglie e il piccolo Alvaro qui sono felici. È una città che tiene conto di tante mie piccole e grandi esigenze. Perfetta per noi».

Borja, meglio questa Fiorentina o quella dell’anno scorso? 

«I dirigenti hanno lavorato per migliorare una squadra già forte e credo ci siano riusciti. Pensavo che avremmo incontrato più difficoltà nel gestire il doppio impegno, campionato e Europa League e invece è andata bene. E il ritorno di Gomez può darci quel qualcosa in più. Però i conti si fanno alla fine».

Gli spagnoli in Italia, salvo rare eccezioni tipo Luisito Suarez, hanno sempre fallito. Lei ha sfatato il tabù. 

«Quando mi è arrivata la proposta da Pradé e Macìa, gli amici mi suggerivano di non accettarla. Ti troverai male e non è il tuo calcio, mi dicevano. Ma sono testardo. Così, come quando ho deciso di provare la Premier e sono andato al West Ham, neppure stavolta ho avuto incertezze. E sono contento della scelta fatta».

Sarà merito anche di Montella, che cerca il risultato attraverso un progetto chiaro di gioco… 

«È un allenatore giovane e molto preparato. Si vede che ha smesso da poco perché riesce a capire le esigenze dei suoi giocatori. La sua filosofia è chiara: gestire sempre il pallone. Per me è stato facile: mi sono trovato bene sin dal primo giorno».

Il campionato italiano è come se lo aspettava? 

«È diverso dalla Liga. Da noi si lavora più con la palla, qui si dà maggiore risalto all’aspetto tattico».

Però vince sempre la Juve... 

«Perché è la più forte, ma c’è più equilibrio rispetto alla Spagna. La lotta per la Champions, per esempio, è apertissima».

E riguarda la sua Fiorentina. 

«Roma e Napoli hanno qualcosa in più. Noi però siamo compatti e motivati. E vogliamo centrare il traguardo che l’anno scorso ci è sfuggito per un soffio. Senza trascurare l’Europa League che mi stimola moltissimo».

Si rende conto di essere diventato fondamentale nel gioco viola? 

«E Rossi, allora? Pepito lo conosco bene e posso assicurarvi che può fare meglio di così. Ma un giocatore non fa una squadra: la nostra forza è il gruppo».

È il miglior centrocampista del campionato italiano, il suo valore di mercato si è praticamente raddoppiato, eppure Del Bosque continua a ignorarla... 

«Non mi toglie il sonno. Spero nel Mondiale, ma penso a fare bene con la Fiorentina. A maggio vedremo...».

Lei ha cominciato nel Real: crede che a Madrid siano pentiti di essersi lasciati sfuggire un giocatore con le sue qualità? 

«Non credo proprio. Quando sei obbligato a vincere devi prendere i migliori e all’epoca ero solo un giovane promettente. Appena mi sono reso conto della situazione ho fatto le valigie».

Che ne pensa del Real di Ancelotti? 

«Se devo essere sincero all’inizio non mi piaceva. Ora ha trovato il suo equilibrio. Inseguire la decima Champions è intrigante, ma anche un peso e rischia di trasformarsi in una zavorra...».

E dell’Atletico, l’altra squadra di Madrid, avversaria del Milan negli ottavi di Champions, cosa ne pensa? 

«Che per i rossoneri sarà difficile. Nessuno parla dell’Atletico Madrid, ma è forse la squadra migliore in Spagna: solida, divertente, pratica. Allegri dovrà sudarsela».

Scommesse, razzismo, il caso-Nocerina. Lei ha scelto l’Italia, ma il calcio italiano è un malato grave... 

«Come in Spagna ci sono tanti problemi. Però credo nella ripresa. Il campionato è bello e tanti giocatori vogliono venire qui».

Lei concede poche interviste e racconta sensazioni e momenti della sua vita attraverso twitter e instagram. 

«Ho sposato una giornalista e forse questo mi ha aiutato. Le interviste non le amo, perché non mi piace parlare di calcio. Preferisco avere un rapporto diretto con la gente».

La sua ultima su twitter ha fatto discutere: «destra e sinistra, sono tutti uguali. I politici illudono il popolo e siamo sempre noi che ci rimettiamo...». 

«La Spagna è un bel casino. La crisi è profondissima e c’è tanta gente che non arriva alla fine del mese. Il governo dovrebbe preoccuparsi di più della base».

Che ne pensa di Renzi, il sindaco della città che l’ha adottata e adesso anche segretario del Pd? 

«Per quello che vedo a Firenze le cose funzionano. Piuttosto dell’Italia non ho capito chi comanda dopo le ultime elezioni...».

Corriere della Sera