Benedetto Ferrara ha intervistato Borja Valero per Repubblica:
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Borja: “Firenze è la mia scelta, ho detto no ad alcune offerte. Il primato e Sousa…”
Lo spagnolo viola a 360° per Repubblica
Prima di ogni partita loro sparano l’altoparlante a palla e si scatenano. «Il tipo di musica? Mah, può essere latina. Oppure rock serbo. Dipende da chi sceglie la playlist. Quello che conta è caricarci nel modo giusto» (...).
Il momento è magico. La sorpresa tanta. Fiorentina capolista, non accadeva dal ’99. C’è un segreto?
«Dico la verità: non mi sono posto il problema di trovare risposte che spieghino la nostra classifica. Ora penso solo a godere di questo momento e a fare di tutto per restare in cima il più possibile».
E se le dico la parola orgoglio?
«Quello pesa tantissimo. Nessuno credeva in noi. Mercato così e così, cambio di allenatore, gioco bruttino e via dicendo. È stato detto e scritto di tutto ».
E voi avete risposto sul campo.
«Diciamo che le critiche ci hanno stimolato. Quando un gruppo è forte sa come reagire. Ci siamo arrabbiati. Volevamo dimostrare che la Fiorentina esisteva eccome, anche se non ne parlava nessuno. Anche in tv poca roba…».
Che poi magari è un bene.
«Sì, perché non hai pressioni e giochi con la testa libera».
Come il primo anno di Montella.
«Esatto. Allora la Fiorentina veniva da un periodo deludente e povero di gioco, quindi nessuno ci chiedeva niente se non di giocare a calcio. E così siamo arrivati a mezzo passo dalla Champions. Mica è stato un caso ».
Sousa com’è?
«È un uomo che vuole avere tutto sotto controllo. Uno che sa parlare a ogni giocatore. Un allenatore che ti motiva e ti dice quello che pensa in faccia, sempre».
Lei quando Montella fu mandato via ci rimase male.
«È una cosa normale. Io come calciatore sono cresciuto anche grazie a lui, tre anni dentro lo stesso spogliatoio pesano molto in un rapporto. Quando ho saputo dell’esonero l’ho chiamato per salutarlo e sapere come erano andate le cose».
Poi lei ha avuto delle offerte. Si è parlato del Valencia, e anche la Roma.
«Si sono fatte vive società importanti, ma io ho risposto gentilmente con un “no grazie”. Firenze è la mia scelta».
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