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Borgonovo e Galdiolo, Firenze nel cuore

Lontani, malati, a letto da tanto tempo. Anni nel primo caso, mesi nel secondo. «Ma sono sempre in mezzo a noi, sennò che amore per la Fiorentina sarebbe?», ha scritto …

Redazione VN

Lontani, malati, a letto da tanto tempo. Anni nel primo caso, mesi nel secondo. «Ma sono sempre in mezzo a noi, sennò che amore per la Fiorentina sarebbe?», ha scritto in questi giorni un tifoso. 

E’ vero, sempre silenziosamente in mezzo a noi, o almeno in mezzo a chi non si limita a pensare soltanto ai successi della Fiorentina di oggi, al bel gioco e alla classifica, ma sente dentro di sé anche il passato, e anche loro due sono «la Fiorentina», Stefano Borgonovo, nato nel ’46 Giussano di Milano, giocò 67 gare in viola e segnò 18 gol, a partire dal 1988. Era una squadra con Landucci, Bosco, Carobbi, Dunga, Hysen, Mattei, Baggio, allenatore Eriksson. Fu proprio Baggio ad accompagnò anni fa in barella sul campo di Firenze.

Baggio-Borgonovo, una coppia anche azzurra.

Galdiolo, nato a Villafranca di Padova nel ’48, giocò 229 partite, era stato nel San Donà di Piave e nell’ Almas Roma. In viola erano con lui Superchi, Longoni, Scala, Orlandini, Antognoni, Merlo, De Sisti. Fu proprio Galdiolo a salvare indirettamente la Fiorentina dalla retrocessione nel ’78 a due giornate dalla fine del campionato. I viola erano in campo a Pescara. Segnò subito l’ex viola Bertarelli, pareggiò Desolati, e poi Antognoni sbagliò un rigore. Addio.

Invece no. A un minuto dalla fine Galdiolo passò la metà campo, era la disperazione, e lasciò partire un tiro da lontano, o piuttosto un tiraccio. La palla colpì il centravanti Sella e rimbalzò in rete, Abbracci e lacrime. Un altro abbraccio a te, terzino benedetto. A te e a Borgonovo, da una Firenza a volte svagata e distratta, ma più spesso riconoscente.

La Nazione