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Bernardini, vittoria al Cibali

Si chiamavano Zambaiti e Buzzin. Li ricordano i tifosi viola non più giovanissimi, ma impavidi, e i cultori di almanacchi. Un’ala e una mezz’ala. Erano nella Fiorentina il giorno della …

Redazione VN

Si chiamavano Zambaiti e Buzzin. Li ricordano i tifosi viola non più giovanissimi, ma impavidi, e i cultori di almanacchi. Un’ala e una mezz’ala. Erano nella Fiorentina il giorno della prima trasferta a Catania, quando lo stadio di chiamava «Cibali». Era il settembre del 1954. Vinsero i viola con una rete di Bizzarri, L’allenatore era Bernardini e con lui si arriva direttamente a Buzzin. Un passo indietro. Nel Catania 1946, che discendeva dalla sezione calcio della locale Pro Patria 1808, c’erano due stranieri, il danese Karl-Haage Hansen, ex juventino come l’omonimo John, e il tedesco Spikolski. La Fiorentina era ormai in vista dello scudetto, almeno con gran parte della formazione, Magnini, Cervato e altri grandi. Zambaiti e Buzzin si svvicinarono, si fa per dire allo scudetto, ma non di più. Zambaiti, nato a Leffe, provincia di Bergamo, veniva dall’Inter. Undici partite, due gol. Un ricordo appunto lontano, tanto più che dopo arrivò Julinho.

Sebastiano Buzzin era nato a Cormons, Gorizia, classe ’29, e anche lui era stato nell’Inter. Il bello della sua vicenda è che secondo i maligni giocava in quanto nipote dell’allenatore. Ci sta tutto. Bernadini conosceva perfettamente il calcio, non per nulla era stato anche portiere. Le statistiche dicono, alla voce Buzzin: diciassette partite, tre gol. E un grazie allo zio.

Giampiero Masieri - La Nazione