stampa

Bernardeschi, un numero 10 di marmo

C'è da ritrovare un successo casalingo che manca dal 18 settembre e non si può più aspettare

Redazione VN

Ecco un estratto dal Corriere dello Sport-Stadio di un pezzo odierno su Federico Bernardeschi:

"E' il capocannoniere della Fiorentina in campionato insieme a Nikola Kalinic (6 reti entrambi) (...).

Nella gara della svolta, oggi col Palermo, quella che necessariamente deve segnare uno spartiacque coi cinque pareggi consecutivi interni messi insieme fin qui, più di ogni altra squadra della Serie A, non può sbagliare. Per se stesso e, più di ogni altra cosa per la città: Firenze di lui si fida, del suo genio e dalla sua spregiudicatezza. Non vuole tradire.

(...) C'è da ritrovare un successo casalingo che manca dal 18 settembre e non si può più aspettare: davanti gli avversari corrono, la classifica rischia di allungarsi e la Fiorentina non può permettersi altri passi falsi. Bernardeschi,

in questo momento, è una delle certezze viola, insieme a Ilicic e allo stesso centravanti croato. E' quello capace di spaccare la partita con un tiro dalla distanza come accaduto col Paok(...), ma anche quello capace di inventarsi due doppiette a distanza ravvicinata di tempo, prima a Cagliari e poi a Empoli.

Firenze ha bisogno dei suoi guizzi, lui di trovare la maggiore continuità possibile. Ha messo in archivio la stanchezza mentale di inizio stagione: semplicemente testa e fisico non viaggiavano alla stessa velocità, i 20 giorni di stop post Europeo non erano bastati ad eliminare le tossine di fatica accumulate nei mesi precedenti. Eppure non si è piegato nemmeno in quella circostanza, granitico come il marmo della città che gli ha dato i natali e a cui è legatissimo.

(...) Non ha mai sentito il peso della maglia numero 10 sulle spalle, dalle gesta dei campioni del passato, semmai, ha tratto ispirazione, forza e fantasia.

Pure la Nazionale, anziché un vanto, è diventata uno stimolo, perché stare coi grandi non può che farti crescere.

Firenze l'ha visto crescere. Bernardeschi è arrivato in viola poco più che bambino, giocava nei pulcini (...). E' di quelli abituato ad alzare sempre l'asticella, senza dimenticare il passato né adagiarsi. Vuole i gol, per regalare emozioni alla sua gente, e pure gli assist, perché la generosità fa parte del suo talento. (...)"

tutte le notizie di