"A un certo punto il sole sparisce e si alza un vento che è uno schiaffo, la temperatura si abbassa di 12 gradi e nel giro di un colpo di tosse dal cielo improvvisamente dark inizia a scatenarsi un diluvio di quelli che in tv mettono alla voce allarme meteo, bombe d’acqua, non uscite senza ombrello. Bentornati a Moena, la Londra della Val di Fassa: niente ora del the, niente regina Elisabetta ma molta moltissima acqua, di quella che se di notte vi agitate nell’afa di Firenze ve la sognate la notte, sempre che riusciate a dormire. E bentornata Fiorentina, pure, alla quarta puntata sotto queste montagne: tre di Montella, dal grandi rilancio ai sogni di Coppa. Bella storia. Ma ciò che resta sono Moena, la pioggia e un gruppo rivoluzionato: a cominciare dalla panchina, che ora è di Paulo Sousa, il portoghese ufficialmente degobbizzato in piazza Santo Spirito tra gli applausi dei tifosi, che sanno di distinguere: fiducia al tecnico, cori di incoraggiamento (ne ha parecchio bisogno, anche se stanno cercando di piazzarlo altrove) per Mario Gomez e un boato per l’unico fenomeno teorico di questa Fiorentina, cioè Pepito Rossi, l’attaccante che quando c’è la vita ti cambia per davvero. È lui la vera stella di questo ritiro, e non a caso è soprattutto il suo nome che rimbalza nell’aria improvvisamente fredda. «Forza Pepito». E vai. Voglia disperata di crederci, diciamo. Perché poi questo è un ritiro particolare. Non è la prima volta che la Fiorentina (e non solo lei), si trova a partire per la montagna con un bel pezzo di squadra ancora da sistemare. Ma Sousa, nonostante questo, ha chiesto alla società di portare a Moena molti ragazzi della Primavera: per capire, valutare e, soprattutto per poter fare numero in attesa degli acquisti e del rientro dei nazionali. (...)"
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“Bentornati a Moena, dove la vera stella si chiama Pepito Rossi”
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara: “La prima giornata nella Londra della Val di Fassa”
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