Nella folle e dispendiosa Fiorentina della passata stagione è potuto accadere che Kharja riuscisse a guadagnare il 50 per cento in più di Behrami e Vargas quasi il doppio. Bisogna partire anche da questi aspetti niente affatto secondari per capire l'insoddisfazione del giocatore più amato dai tifosi, stimato anche più di Jovetic per quello che ha dimostrato in campo in questi diciotto mesi fiorentini.
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Behrami, il gladiatore con la cresta (che si sfoga su Twitter)
L’articolo di David Guetta sul Corriere Fiorentino
Il ventisettenne svizzero-kossovaro non ha proprio nulla del calciatore banale, quello che parla per frasi fatte. E anche in campo è uno che si è sempre fatto notare e non solo per la sua improbabile chioma biondo-nera, ma perché, come raccontava spesso il suo ex allenatore Delio Rossi (che non lo amava particolarmente) «i tifosi adorano due cose: la grande giocata e l'entrata in scivolata». Sulla seconda specialità Behrami è un artista, uno capace veramente di infiammare la Fiesole più spenta degli ultimi decenni. Quella dedica della curva, il «picchia per noi» riservato davvero a pochi nella storia, è un marchio di origine controllata, la consacrazione di un matrimonio che ha avuto un solo momento di sbandamento. È successo quando all'ultima giornata di campionato contro il Cagliari Valon si è unito ai compagni nei saluti ed è stato insultato insieme agli altri, perché lo spettacolo offerto non permetteva distinzioni. Lui si è molto arrabbiato, ma dopo due giorni gli era già passata. Molto diversa è invece la storia del mancato prolungamento e adeguamento del contratto, che è di 800 mila euro netti l'anno con scadenza nel 2014. Glielo aveva promesso Corvino nel gennaio scorso, nelle settimane in cui il suo ormai ex procuratore ticinese Alessandro Beltrami raccontava incautamente come «il suo assistito fosse pronto a firmare in bianco il prolungamento del rapporto con i viola». Non era vero e non è un caso che Behrami sia passato da pochi giorni sotto la potente scuderia di Fali Ramadani. Ma il vero problema è che quell'adeguamento non solo non c'è mai stato, ma non è stato neanche discusso. Per qualche mese il giocatore ha fatto finta di niente, da un po' di tempo invece sembra veramente scocciato e il mancato permesso di partecipare alle Olimpiadi di Londra non fa che gettare benzina sul fuoco.
A Firenze Behrami ha molti amici perché è una persona solare, che non se la tira mai ed è sempre disponibile con i tifosi, anche su Twitter, di cui lui è autentico maniaco: chi lo ha incrociato nelle ultime ore racconta di un Valon arrabbiato, che sta valutando con la massima attenzione come muoversi nell'immediato futuro. Difficile comunque che riesca a tenersi a lungo le cose che ha dentro perché di solito esterna con la stessa veemenza con cui recupera i palloni a centrocampo. E venirsi ad allenare con l'atroce caldo fiorentino delle ultime settimane (e la società evidentemente sapeva che lo faceva per partecipare alle Olimpiadi) rende bene l'idea di quanto il centrocampista tenesse a giocare con la Nazionale svizzera. Nel recente passato Behrami le ha cantate un po' a tutti, da Delio Rossi a Corvino: dell'allenatore-pugile Behrami ha detto che «sull'episodio con Ljajic, Rossi raccontava cose non vere», che «le offese del suo compagno non c'erano mai state» e che quindi «il tecnico aveva perso un'occasione per uscirne bene, da grande persona». Su Corvino era stato ancora più duro, parlando di un uomo «che da gennaio in poi non ha mai trovato il tempo di parlare con noi perché scomparso completamente» e di «come perciò fosse giusto chiudere il rapporto con la Fiorentina». In mezzo agli ultimi nuvoloni neri che sembrano annunciare un imminente temporale, resta sullo sfondo il rapporto con Firenze e anche la generosità del giocatore, valorizzata dal pubblico come mai gli era successo in carriera. Le prestazioni disputate in condizioni a dir poco proibitive, a volte quasi impossibili (basta pensare alla gara di Lecce) hanno infatti creato con il popolo viola un feeling che oggi sarebbe molto pericoloso spezzare, soprattutto in questi mesi di vacche magrissime. C'è infine la famiglia, cioè la moglie Elena e la piccola Sofia, l'unica al mondo capace di comandarlo a bacchetta, che adorano la città e che mai vorrebbero lasciarla. Si preannuncia dunque una pericolosa partita a tutto campo, una battaglia tra ragione e sentimento, di cui tutti, e soprattutto Behrami, avrebbero fatto volentieri a meno.
David Guetta - Corriere Fiorentino
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