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Basta snobismo, ora siamo tutti appesi a Cerci

“Pensavamo di poter fare a meno di questo e di quello. Di vendere tre attaccanti per prenderne solo uno e magari…

Redazione VN

Come eravamo presuntuosi. Sì. Pensavamo di poter fare a meno di questo e di quello. Di vendere tre attaccanti per prenderne solo uno e magari di spedire altrove pure Vargas e in panchina Alessio Cerci il fenomeno di Valmontone. Come se ne avessimo parecchi altri nello spogliatoio, di piedi buoni. Il motto pareva essere una cosa del tipo: evviva una squadra senza attaccanti e piena di gente "normale". E che tutti gli altri che se ne vadano pure. Sì certo, e poi come fai a fare gol, se i dolori fermano Jo Jo e Amauri si ritrova solo come un cane a inciampare sul pallone? Non sarà mica un caso se poi segna il ragazzino di talento, cioè l´altro coi piedi fatti bene che però di mestiere farebbe il centrale difensivo.

Basta. E´ finito il tempo degli snobismi e dei fischi preventivi. Forza Alessio, vieni a giocare con noi, che qui sennò sono cavoli amari. Poi è chiaro che Cerci è Cerci. Che già quel ruolo di tornante che non torna è molto vintage e poco amato dagli allenatori, che alla fine di ogni azione urlano al ricciolo di rientrare mentre lui trotterella dopo essersi aggiustato i calzettoni (un vero classico). Non c´è niente da fare, anche in piazzetta c´è sempre quello che sa di essere forte e se ne approfitta un po´, tra una giochessa, molte palle non passate, un gol d´autore, una pausa infinita e quel colletto sempre tirato all´insù.

Ma prendiamolo così, perché poi il ricciolo mica è cattivo. I suoi sono sempre errori di ingenuità. Diciamo che non è furbo, non è di quelli che si "arruffiana" i tifosi. Anzi. Riesce sempre a fare il contrario. E´ il contesto che poi non aiuta. Questa Fiorentina così mediocre e vuota ha reso tutti più insofferenti. In altri tempi un´auto posteggiata male o un gatto portato al guinzaglio avrebbero fatto solo sorridere. E´ che qui c´è poco da sorridere, in generale. E perfino un tweet di troppo diventa un dramma popolare, con la rete che trasforma tutto in leggenda metropolitana, mentre il buon Delio cerca di rimotivare quelli che sanno giocare ma magari si sentono spenti, forse perché sognano un domani altrove. E sono troppi, purtroppo, a pensarla così.

Ma il domani è domani. Qui è l´oggi che conta. E se quello te lo giochi bene allora ci sta che il futuro sia dalla tua parte. Insomma, salvarsi prima possibile e provare a dare qualche gioia ai depressi tifosi fiorentini: ecco cosa bisogna fare da qui alla fine. E allora se Alessio dice che vuole riconquistare i tifosi la possibilità gli va concessa. E poi scusate: ma se non aveva qualche difettuccio uno coi suoi piedi stava a fare panca nella Fiorentina versione malinconia? Certo, è vero: in tanti lo abbiamo criticato. Forse perché il suo acquisto non era esattamente una genialata, visto che si sarebbe svincolato a fine stagione. Lui comunque era riuscito a farsi largo con i gol. Solo che la costanza non è la sua arma preferita. E nemmeno l´astuzia mediatica, diciamo, considerata quell´intervista di fine estate che molti tifosi non hanno digerito. Però adesso proviamo a dimenticare tutto. Cerci non sarà esattamente il nostro Messi, ma di sicuro col pallone ci sa fare. E tra tanti piedi onesti tenere da parte la qualità non è proprio possibile. Non ora, non qui.

Benedetto Ferrara - La Repubblica