Ogni maledetta domenica è un esame da superare. Ogni singola partita saltata (o sbagliata) è un’occasione persa. Chiedetelo a Balotelli, tanto per fare un esempio. Uno molto amico della giovane promessa viola, Babacar. Ma se per Balotelli si può parlare di potenzialità illimitate per una carriera buttata (quasi) definitivamente via, per Babacar non è così. Anzi. Quella che avrà quest’anno sarà la prima, vera, grande opportunità della carriera. Per diversi motivi. Prima di tutto perché, nell’immaginario di tutti, sarà lui il centravanti titolare della Fiorentina. In teoria, almeno, perché la pratica (fino a questo momento) ha detto altro. Kalinic in campo, e Babacar in panchina. Due partite, e zero minuti giocati. Non il massimo per chi, appunto, pensava (e pensa) di essere arrivato all’appuntamento con la (sua) storia. Del resto, il rinnovo di contratto (fino al 2019) firmato in estate, è stato un messaggio chiaro. L’ingaggio (1,4 milioni netti all’anno) è da top player: soltanto Rossi, Suarez e Borja Valero, ad oggi, guadagnano più di lui. Non solo, perché ci sono anche ricchi bonus. Uno a dieci gol segnati, un altro a quindici, e via così. Altri sono invece legati a presenze e obiettivi di squadra. Non a caso la trattativa è stata lunga e complessa e, per esempio, le parti hanno insistito a lungo sulla possibilità di inserire una clausola rescissoria. Alla fine, non è stata messa. In caso di offerta quindi (Borussia, Roma e Inter lo hanno seguito molto da vicino) servirà una vera e propria trattativa. (...) In queste due settimane di sosta comunque, Khouma ha avuto modo di allenarsi bene, e chissà che l’assenza dell’ex Dnipro (impegnato con la Croazia) non possa spingere l’allenatore a puntare su di lui (...)
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Babacar, promessa in stand by: ora è il momento della verità
Il senegalese avrà a breve la sua grande occasione per dimostrare il suo valore
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