Al di là di tutto, questa storia è abbastanza e grottesca. Viene quasi naturale pensare che il tecnico portoghese stia giocando la sua partita a scacchi con la proprietà, cercando un modo per farsi mandare via. Il problema è che chi ci rimette è la squadra, alla quale è stato tolto entusiasmo, adrenalina, forza emotiva e caratteriale. È giusto dire che i giocatori sono pagati per quello, ma è facile capire che in un ambiente nervoso fatto di personalismi e antipatie diffuse è difficile trovare il sorriso e motivarsi. Il fatto è che Sousa non è né Prandelli e neanche Montella. È un ottimo allenatore coi sui difetti, un bravo comunicatore e soprattutto uno che non si lega a nessuno e, al contrario dei suoi predecessori, sa giocare di astuzia manovrando il vocabolario poetico delle frasi fatte. Così ha dimostrato fino a oggi in carriera, cambiando con frequenza panchine e situazioni.
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B. Ferrara scrive: “Dal sogno al declino, i colpevoli della crisi: tutto è cambiato”
Il fatto è che Sousa non è né Prandelli e neanche Montella. È un ottimo allenatore coi sui difetti, un bravo comunicatore e soprattutto uno che non si lega a nessuno...
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