Vi proponiamo l'incipit dell'articolo di Benedetto Ferrara per Repubblica:
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B. Ferrara scrive: “Da Rui e Bati fino a Baggio, Pasqual e Gonzalo: gli addii nel calcio”
C’è amore e amore. C’era Baggio. E poi c’era Batistuta. E Rui Costa. Nomi da paura. Sentimenti quasi violenti. Quella di Gonzalo è un’altra storia...
Il calcio somiglia un sacco alla vita, e quindi anche le sue regole seguono il corso delle nostre storie. Quando finisce un amore, per esempio. Ci sono strappi, o può restare l’amicizia. Rancore o empatia a distanza. Beh, c’è amore e amore. C’era Baggio. E poi c’era Batistuta. E Rui Costa. Nomi da paura. Sentimenti quasi violenti. Quella di Gonzalo è un’altra storia, chiaro. Però diventa quasi automatico provare a indagare sul rapporto del tifo con gli addii annunciati, anche se nel frattempo il calcio è mutato, e quegli strappi non fanno più così male. Anche perché siamo diventati tutti commercialisti del pallone, e poi ci sono i cinesi e poi «per quei soldi ce lo porto io il giocatore». E comunque Gonzalo ha più di trent’anni, è un ottimo difensore. Ma difensore, appunto. Non ha il 10 o il 9 sulle spalle. E in questi anni abbiamo visto vendere Cuadrado (il regalo per Firenze) e Marcos Alonso, grandissima operazione finanziaria, salutata come un gran colpo. Prima di vedere Milic e Maxi Olivera, però (...).
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