Lo hanno anche visto correre sulla pista degli Assi, a due passi dal piazzale. Tutto solo, sotto il sole. Per non perdere la condizione, visto che tutti sembrano essersi dimenticati di lui. O forse no, forse una volta al mese, quando parte il bonifico da 50 mila euro col suo codice Iban, nella sede della società qualcuno sente una fitta al fegato. Perchè il “Caso Iakovenko” sembra il titolo di un romanzo di John Le Carrè, tante spie e molta neve. Invece è la storia di un calciatore che pensava di avere svoltato ma non sapeva che più che altro gli avevano detto di svoltare. Fuori dallo spogliatoio, possibilmente. L’avventura italiana del ragazzo ucraino con passaporto belga è iniziata tre anni fa, quando Macìa ha puntato sul suo contratto scaduto con l’Anderlecht. Come dire: male che vada facciamo una bella plusvalenza. Ideona. E la parola plusvalenza, si sa, in alcune stanze muove sentimenti forti, tipo gli occhi che si illuminano e le pulsazioni che aumentano. Ma il mercato è anche questo. Procuratori, ossservatori, amici che vanno e vengono, cifre che lasciano il segno. Tipo quei 550 mila netti all’anno sistemati sul contratto del buon Oleksandr, che arriva a Firenze e si sente sereno come mai nella vita (...).
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B. Ferrara scrive: “Addio a Iakovenko, l’attaccante da 50.000 al mese per un gol coi ragazzi”
Ferrara scrive dell'addio di Iakovenko
L'articolo integrale di Benedetto Ferrara all'interno di Repubblica in edicola
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