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Atalanta parte da -2. Tutte le pene

C’è processo e processo. Quello «bis» che è iniziato ieri al Foro Italico ha sancito il cambio di strategia del procuratore Palazzi. L’anno scorso, dopo aver battagliato tutto agosto, l’Atalanta …

Redazione VN

C'è processo e processo. Quello «bis» che è iniziato ieri al Foro Italico ha sancito il cambio di strategia del procuratore Palazzi. L'anno scorso, dopo aver battagliato tutto agosto, l'Atalanta incassava il -6 comminato per un illecito del suo capitano, Cristiano Doni; di contro, ieri il Grosseto ha portato a casa la stessa penalizzazione patteggiando sul velluto ben otto responsabilità (con quattro oggettive e quattro presunte rischiava il -20) per i tarocchi ammessi da Carobbio e Conteh. «È una vergogna, in questo modo avete sancito il diritto all'illecito sportivo», lo sfogo di un dirigente della Nocerina, club interessato al dibattimento, ripreso subito e bersaglio prossimo di azioni legali. In un anno è cambiato proprio tutto: prima c'era la battaglia, ora la differenza la fanno i pentiti.

È l'esca gettata dai federali, non per niente Palazzi ha girato l'Italia delle Procure per pasturare a dovere in prospettiva del processo-ter, quello che farà tremare i polsi della serie A: «Pentitevi ed avrete lo sconto», aveva detto da Cremona, Bari e Napoli. E così è stato ieri. Nella prima giornata dedicata alle eccezioni e ai patteggiamenti i nuovi piani sono stati rispettati: stralciate le posizioni di chi si trova in carcere (Acerbis, Bertani, Joelson, Turati e Pellicori) e accolte 23 richieste di patteggiamento sulle 24 proposte. «Una messe di richieste, questo dice molto sull'attendibilità dei pentiti», ha detto Palazzi, soddisfatto per una verità che si allarga mettendo spalle al muro chi sta zitto o chi rema contro. E gli sconti per chi ha collaborato sono stati massicci: 20 mesi a Gervasoni e Carobbio, il primo si porta dietro anche i cinque anni della scorsa estate; il secondo era immacolato e si vede squalificato per un nulla, se commisurato alle dodici combine ammesse sul totale delle 33 prese in esame in questa fase dalla Procura. Stesso trattamento per Micolucci (4 mesi che si sommano ai 14 rimediati l'anno scorso), per Ruopolo (16 mesi) e per i tanti deferiti per omessa denuncia che portano a casa una squalifica di quattro mesi da scontare con l'estate di mezzo. Una mano santa.

L'Atalanta è un'altra storia: ieri ha patteggiato altri due punti di penalità (più 25 mila euro di multa) chiudendo «con soddisfazione» del pool di avvocati il proprio percorso processuale. Con tanti saluti all'ex capitano Cristiano Doni (ieri ha preso altri due anni) il cui pentimento, l'anno scorso, sarebbe servito, eccome. «Ci siamo trovati costretti a dover patteggiare per le ammissioni di nostri tesserati — ha detto Pierpaolo Marino, direttore generale dei bergamaschi —. Abbiamo pagato con 8 punti in totale, è ora che la responsabilità oggettiva venga rivista, non possono pagare i club per le colpe dei calciatori infedeli».

Storie che si accavallano e che servono ad allargare la crepa nel muro dell'omertà. Ora si spera che escano fuori nuovi Carobbio e Gervasoni, altri giocatori disposti a confessare per alleggerire una posizione apparentemente compromessa. Tanti soggetti deferiti hanno chiesto di portare in aula proprio i due pentiti cardine di questa e delle prossime fasi processuali, ma «è del tutto superfluo ascoltare i due dichiaranti», dice Palazzi prima di incassare l'assenso della corte sulla questione. Ormai la strada è segnata.

Corriere della Sera