E’ ARRIVATO Ramadani, è già qui. Anzi no, arriverà. Prudentemente con gli occhiali scuri e i baffi finti per non assomigliare a Ramadani. Scelta tattica, ma inutile: chi l’ha mai visto? Potrebbe essere chiunque, è il mutante dei procuratori, l’Avatar slavo di tutte le clausole sui contratti, l’uomo più mascherato di Grillo che corre sulla spiaggia di Bibbona per evitare i cronisti. Ramadani fa jogging sui contratti e fa dimagrire gli altri: potrebbe del resto essere dovunque e nessuno se ne accorgerebbe, ignorato nella sua celebrità anonima da manovratore silenzioso esperto degli zeri sui contratti.
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«Arriva Ramadani. E’ già qui, anzi no»
Firenze e il trip dell’assalto slavo. L’articolo di Giorgetti
NESSUNA intervista concessa, informazioni confidenziali, ingaggi pesantissimi da gestire, il perfetto low profile del dirigente che non ha bisogno di pubblicità, perché sa che il marketing personale è odiata dalle società, le sue banche personali.
E allora restano solo i baffi finti, la diffidenza, gli occhiali e una penna, il kit dell’uomo d’affari che appare solo quando c’è un contratto da firmare, o da rompere, un nemico virtuale di tutte le categorie dei tifosi. Come gli arbitri, i procuratori sono eccellenti bersagli per chi vuole trovare un motivo per insultare il prossimo, il terminale emotivo del sentimento tradito. «Mercenari», urlano le curve, ben sapendo di aver celebrato giocatori falsamente innamorati della maglia, ma pronti a testimoniarlo battendosi la mano sul cuore dopo un gol. Una grande finzione reciproca, con attori professionisti e — è il caso dei tifosi — perfino paganti.
E COSI’ OGNI città ha il suo Ramadani. Qui a Firenze basta il cognome per innescare un tam tam in cui la realtà supera la notizia, che infatti non c’è, perché nonostante gli annunci nessun incontro è previsto fra Pradè e il procuratore di Jovetic e Ljajic. Ma che ci sia o no è uguale, basta pronunciare le quattro sillabe (Ra-ma-da-ni) e i cavalli s’imbizzarriscono come in Frankenstein junior. Più che un procuratore sembra un’invocazione al digiuno islamico che custodisce, pericolosamente, le aspirazioni di Jovetic («Resterò al 50 per cento», ha dichiarato Stevan in una recente intervista). E’ nel lato oscuro di quella metà che si materializza, maestosamente, Fali Ramadani. Anche quando — come in questo caso — non verrà a Firenze, qualcuno scruterà l’orizzonte: «Lo sento, sta arrivando».
Angelo Giorgetti - La Nazione
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