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Antognoni: “Montella può vincere lo scudetto”

“Antonio” da il confronto con la viola di Prandelli, giocatore per giocatore

Redazione VN

Giancarlo Antognoni giudica per La Gazzetta dello Sport la Fiorentina di Prandelli e quella di Montella mettendole a confronto tra loro: «Il voto più alto lo meritano gli allenatori che sono riusciti a valorizzare il patrimonio tecnico messo a disposizione della società. Sono uomini che insegnano calcio. Senza travestirsi da maghi».

La Fiorentina di Prandelli arrivò in zona Champions.

«Quella di Montella può addirittura vincere lo scudetto. Solo la Juve è più forte, ma ha la Champions. Insomma, non è vietato sognare».

Confrontiamo giocatore per giocatore: portieri.

«Frey è stato uno dei protagonisti della Fiorentina di Cesare. Decisivo come un centravanti. Viviano mi piace. Ha un piede sinistro degno di un centrocampista di classe. Però ancora non abbiamo visto il miglior Viviano. Purtroppo le sue origini non lo aiutano. Chiedete a Flachi quanto sia difficile per uno cresciuto in curva Fiesole. Mi permetto un consiglio: non ascolti le voci della città».

Passiamo a Ujfalusi-Roncaglia.

«Due guerrieri, due uomini di personalità. Firenze si innamora dei combattenti».

Andiamo avanti con Gamberini-Gonzalo Rodriguez.

«Beh, l'ex Villareal è uno dei protagonisti oggi. E' un leader, è il primo regista e ha anche segnato tre gol. In piccolo ricorda Passarella».

Dainelli-Savic...

«Il vecchio capitano e un ragazzo di talento. Duello alla pari».

Sulla fascia sinistra abbiamo «due» Pasqual.

«Il Pasqual di oggi è più maturo. Tra l'altro funziona meglio da esterno avanzato».

Spostiamoci a destra: Jorgensen o Cuadrado?

«Diversi, comunque importanti. Il danese era l'allenatore in campo. Sempre al posto giusto. Cuadrado ha un dribbling devastante ma dovrebbe segnare di più. Vale 7,5 ma può arrivare a 9».

Sfida tra cervelli: Liverani e Pizarro.

«Gente che un attimo prima di avere la palla sa già a chi consegnarla. Non saprei chi scegliere».

E tra Montolivo e Aquilani?

«Stesso discorso. Montolivo è più regista, Aquilani è più incisivo in fase conclusiva. Mi rivedo nei movimenti e nei colpi dell'attuale numero 10».

Restano Santana e Borja Valero.

«Il secondo mi ha fatto innamorare. E' capace di nascondere la palla e di segnare. Fa parte della dinastia degli Iniesta e degli Xavi Alonso».

A proposito di fenomeni: come valutare Mutu e Jovetic?

«Come due campioni. Gente da 16 gol garantiti. Mutu a Firenze ha giocato a livelli da Pallone d'oro. Ma Jovetic ha colpi altrettanto decisivi. Jo-Jo non è una prima punta come Cavani ma negli ultimi trenta metri è devastante».

Restano i «due Toni».

«Il Luca di Prandelli era una macchina da gol. Il Luca di oggi ha esperienza e cuore. E continua a buttarla dentro: la rete più bella è quella contro la sua carta d'identità».