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Ancora Macia: “Servono le squadre B anche in Italia”

“Montella ha grande personalità. L’EL avventura importante” 

Redazione VN

Altri concetti espressi da Eduardo Macia nel corso dell'intervista al Corriere Fiorentino:

Quanto può crescere Montella?

«Tanto, io credo che la crescita di un allenatore non abbia limiti. Dipenderà soprattutto dalla sua capacità di gestire la pressione, Montella è un uomo abile in questo. Non si cresce solo facendo allenamenti, ma comandando una squadra, quando la propria personalità diventa il riferimento di un gruppo, il condottiero. Su questo piano secondo me Montella non ha limiti ed è stato uno dei fattori determinanti che ha fatto ricadere la scelta su di lui».

A differenza di quanto avviene di solito in Italia, per la Fiorentina l'Europa League sarà un mezzo per crescere?

«Si tratta di una competizione molto importante anche se la gente ancora non ha imparato ad apprezzarla. La difficoltà sta nel fatto di affrontare squadre che non si conoscono a differenza di quanto avviene in Champions che per me resta la competizione più importante al mondo. Ci sentiamo un po' esploratori in questo senso, l'Europa League è sempre un mondo nuovo. Mi ricordo quando l'abbiamo vinta con il Valencia, ebbi la sensazione che fosse più facile arrivare alla finale della Champions (dove siamo arrivati due volte) che a quella dell'Europa league».

Capitolo giovani. La Fiorentina vuole portare avanti la battaglia delle squadre «B».

«È una cosa che il calcio italiano deve fare subito. È l'unico modo per esaltare il talento che in Italia non sta crescendo. Questo è l'unico campionato che non ha una squadra B, non ci si può affidare solo alla Primavera. Si deve fare, si deve fare, se non ci rendiamo conto di questo sarà un problema enorme per il futuro. Igli Tare (ds della Lazio, ndr) mi diceva di aver mandato in prestito Rozzi al Real Madrid B perché è sicuro che lì crescerà».

Una soluzione che potrebbe prendere in considerazione anche la Fiorentina?

«Sì, dobbiamo tutelare i nostri giocatori. Non basta dire che devono fare esperienza, deve essere anche utile e formativa. Ogni giovane ha bisogno di qualcosa di diverso».

E la serie A dei «grandi» quest'anno com'è?

«Teoricamente più difficile dell'anno scorso. Credo che 6/7 squadre scapperanno via velocemente».

E il Napoli spagnolo?

«Napoli deve trovare la sua identità come ha fatto la Fiorentina. Giocare spagnolo, vuol dire essere propositivi che non significa fare i passaggi ma avere giocatori che non si limitano a fare il proprio compito ma che lo spartito lo interpretano a modo loro, come una vera orchestra. È un calcio che abitua a essere più intelligenti in campo.