A far rumore sono le dichiarazioni di Stevan Jovetic sul mercato ma il montenegrino – in esclusiva alla Gazzetta – ha parlato anche dei momenti belli e brutti in viola e dell'infortunio del 2010.
stampa
Ancora Jovetic: “Io e la soglia del dolore…”
Il montenegrino ricorda i momenti belli e brutti dell’avventura viola
Visto che siamo ai saluti, classico giochetto: momento più bello e più brutto?
«Troppo difficile e troppo facile. Di momenti belli ce ne sono stati tantissimi: il gol allo Sporting Lisbona che ci fece superare i preliminari di Champions League, la doppietta al Liverpool, finora forse la serata più bella della mia vita. E poi tanti altri momenti, il primo gol in A all’Atalanta, i gol che ho potuto dedicare a Mutu e mia sorella, nel giorno del suo compleanno. E tutto quest’anno divertente, in cui ho giocato e visto crescere il mio amico Ljajic. Il più brutto, drammatico, fu l’anno dell’infortunio in ritiro, nel 2010. Un anno intero senza giocare, per un calciatore, è massacrante».
Si è sempre mormorato di un errore di sottovalutazione dello staff medico, lei accusava dolore e non fu sottoposto a controlli. I suoi rapporti con i medici della Fiorentina da lì si sono incrinati?
«Prevedere la rottura del legamento, lo so, è impossibile. Ma è vero, avevo dolore e lo avevo detto. La fiducia nei dottori viola è rimasta comunque la stessa, così come la mia soglia del dolore non è crollata. Storia che mi ha dato un po’ fastidio, ma non importa: mi piace semmai ricordare che per la Fiorentina ho giocato anche mezzo infortunato, come nell’ultima partita in casa col Milan. Ho giocato, mi sono fatto rifatto male, ma spero che i tifosi abbiano apprezzato. L’ho fatto per loro, per la squadra, per il club».
La Gazzetta dello Sport
© RIPRODUZIONE RISERVATA