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Ancora Borja: “Neto, Nazionale, mio figlio Alvaro: vi dico tutto”

Altri passaggi dell'intervista di Borja Valero a Repubblica

Redazione VN

Vi proponiamo un altro passaggio dell'intervista che Borja Valero ha rilasciato a Repubblica:

Altri non ci hanno pensato un attimo a scappare in nome dei soldi e di traguardi veri o presunti.

«Non giudico certe scelte. Ma io a Firenze sono felice. C’è la bellezza a cui non ti abitui mai, è una fortuna vivere qui».

A proposito di fughe. Lei è molto amico di Neto.

«Lo sento spesso. E lo prendo in giro. È andato via per vincere e sta laggiù, mentre noi siamo in testa. Scherzi tra amici, appunto. Tanto la Juve tornerà su».

I fischi nella notte col Siviglia le hanno fatto male?

«Un brutto momento. Ma questo è il calcio. Come il Colosseo, più o meno».

Poi però, pochi mesi dopo, per Borja Valero è arrivata la standing ovation.

«In quel momento ho sentito i brividi. È stato come volare ».

Forse il Borja Valero attuale è il migliore di sempre.

«Io non sono un giocatore capace di cambiare da solo il senso di una partita. Non ho un dribbling letale, non ho un fisico statuario, né la velocità. A me piace l’uno due, palleggiare... io per dare il meglio ho bisogno della squadra e se adesso sto giocando bene è perché tutta la Fiorentina gioca bene».

Difficile passare da Montella a Sousa?

«Questa squadra è figlia delle idee di Sousa, ma anche dei tre anni precedenti. Il tecnico quando è arrivato ha trovato un gruppo unito che lui ha fatto crescere ancora».

In concretezza.

«È cambiata la nostra mentalità. Ora pensiamo di poter vincere anche quando non ci riesce giocare bene. Sousa ha puntato il dito su ciò che non andava: la forza difensiva, per esempio. Giocare bene e perdere non va bene. E adesso proprio non ci va più».

Del Bosque questa volta si ricorderà di Borja Valero?

«Ho fiducia. La Fiorentina in testa alla classifica e io che gioco sempre vorranno dire qualcosa. Intanto ho iniziato a guardare le partite della Spagna in tv».

Perché, prima non lo faceva?

«Quasi mai. Lo ammetto: non amo molto il calcio, io amo giocare a calcio, che è un’altra cosa. Se devo guardare uno sport in tv preferisco il basket».

Anche perché qui, dai vertici Fifa in giù, ci sono più indagati che highlights.

«Anche per questo preferisco giocare che pensare al resto, che poi mi prende male. Io con un pallone tra i piedi mi diverto come quando ero bambino ».

Borja Valero, ora il Napoli e poi la Roma.

«Sì, e dopo queste due partite capiremo di più. Ma siamo tranquilli. E affamati. Di sicuro proveremo a prendere il massimo, anche se non sarà facile».

Lei è un leader di questa squadra. Cosa dirà ai compagni quando abbasserà per un attimo il volume della musica nello spogliatoio del San Paolo?

«Dirò quello che dico sempre: dai ragazzi, andiamo in campo e divertiamoci».

Allora forse il segreto è questo.

«L’allegria è la nostra forza. E vedere i tifosi entusiasti per questo primato è meraviglioso, commovente».

E suo figlio Alvaro cosa dice quando guarda la classifica?

«Lui è come tutti i fiorentini. È impazzito e gira per casa cantando ».

Cosa?

«Come cosa? Canta: ”Salutate la capolista”».