Qualche altro passaggio dell'intervista di Davide Astori al Corriere Fiorentino: «L’esperienza romana mi ha aiutato. Il rimpianto è stato di non essermi imposto con più decisione. Sono entrato in punta di piedi, in quello spogliatoio c’erano «totem» importanti. E poi diciassette nazionalità, tredici lingue. Anche qui è un po’ così, ma lì era diverso, eravamo venticinque giocatori tutti di prima fascia. Per questo sono entrato in sordina, in un ambiente molto particolare dove gli umori esterni entrano nello spogliatoio immediatamente. Così sono rimasto troppo timido e mi è servito per dire che ovunque sarei andato avrei cambiato il mio atteggiamento».
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Ancora Astori: “Hagi ha la testa per sfondare. La mia sfuriata di Empoli…”
Il difensore viola Davide Astori torna sull'episodio dello scorso anno ad Empoli: "Feci una sfuriata e ci furono pareri discordanti, ma finì tutto nel giro di una settimana"
Di sicuro ha tenuto fede ai suoi propositi: lo scorso anno a Empoli si dice che ci sia stato uno screzio molto forte...
«Forse è stata un po’ ingigantita la questione, è stato un modo per cercare di spronare me stesso e la squadra in un momento in cui eravamo in difficoltà. Per me era un peccato buttar via una stagione così eccezionale. È stata una sfuriata, ci sono stati pareri discordanti ma è finita nell’arco di una settimane».
A proposito di Sousa. Lei ha avuto Garcia, un altro straniero con grande carisma. Ci sono punti di contatto?
«Sono simili nel vedere sempre il lato positivo delle cose. L’allenatore straniero quando vinci sfrutta le ali dell’entusiasmo, mentre se perdi ti dice «ragazzi non è successo niente, andiamo avanti». A volte è positivo, altre meno. ma le differenze con Garcia ci sono: lui conosceva poco il calcio italiano, quindi anche i suoi metodi di allenamento prevedevano poca quantità di lavoro. Mentre Sousa credo che abbia fatto un mix delle culture dove ha giocato e allenato».
Su Hagi. Se ne parla molto bene, ma il suo fisico appare ancora inadatto alla serie A. Quando si scontra con lei in allenamento rischierà di rimbalzare. O no?
«(Ride, ndr) Un po’ sì. Però lavora tantissimo, lo trovi in palestra un’ora prima dell’allenamento. E se sbaglia due passaggi il giorno dopo è ancora arrabbiato. Si vede che ha la mentalità giusta e sono sicuro che un giorno arriverà a grandi livelli. Il fisico conta ma il fatto di essere così lo aiuterà a sviluppare una grande visione di gioco e a leggere prima le azioni».
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