Ve lo immaginate Antonio Conte in curva Fiesole? Ma dai, impossibile. Oggi però il c.t. più inviso ai fiorentini tiferà dal divano di casa sua come l’ultrà più scatenato. E se aveva programmato di seguire Frosinone-Roma, che si gioca in contemporanea con Fiorentina-Genoa, di sicuro cambierà idea. Intanto ha deciso di spedire al Franchi uno dei suoi osservatori più fidati. Perché il ritorno di Giuseppe Rossi è qualcosa più di una speranza, anche in chiave azzurra. Conte ha parlato con l’americanino due giorni dopo essersi insediato nell’agosto del 2014: ho bisogno di te, il messaggio a quattr’occhi. Non poteva immaginare che avrebbe dovuto aspettare così tanto. Ma non si è mai arreso. E mai, come adesso, Conte ha fatto il tifo per Pepito.
stampa
Anche Conte adesso tiferà Fiorentina. Con Rossi l’Italia può sperare
Il commissario tecnico della Nazionale deve credere nel ritorno al top di Pepito. Solo con lui l'Europeo...
L’Italia è prima nel girone di qualificazione a Euro 2016 e con due pareggi, nelle prossime due partite, in Azerbaigian e a Roma contro la Norvegia, sarebbe sicura di centrare l’obiettivo. Ma qualificarsi non basta. Il c.t. vuole sedurre Parigi. E per farlo ha bisogno di Rossi. L’attacco, infatti, è l’incognita maggiore. Soltanto nel ’98, con Cesare Maldini sulla panchina azzurra, l’Italia ha avuto una media-gol così desolante nelle partite del girone di qualificazione: 1,375. Per adesso siamo legati a Graziano Pellè, il gigante del Southampton, un’altra delle scoperte di Pantaleo Corvino. Dietro, il vuoto. Attaccanti che hanno ballato un solo campionato e adesso vivono in panchina. Da Zazà a Immobile, il primo quarta scelta alla Juventus e il secondo finito alle spalle di Llorente nel Siviglia dopo una stagione tutt’altro che memorabile al Borussia Dortmund. Pellè è perfetto per aprire gli spazi, far valere il fisico, giocare di sponda e magari colpire di testa. Ma non è proprio un cecchino. Tanto che Conte, facendo due calcoli, ha dovuto ammettere: «Se l’Europeo fosse stato la scorsa estate avrei chiamato Toni». E chi può dargli torto?
Ora spera che succeda qualcosa, intanto ha allargato i suoi confini prendendo in esame anche vecchi bomber, da Pazzini a Gilardino, magari lo stesso Di Natale. E, sperando nella rinascita di Destro, suo malgrado seguirà le evoluzioni di Mario Balotelli, l’uomo su cui è inciampato Cesare Prandelli in Brasile. Ma quando uno è disperato si attacca a tutto, anche al Bad Boy. Rossi è la speranza viola e azzurra. Pepito è di gran lunga il più bravo e se quel ginocchio maledetto non lo tradirà più, a Parigi ci sarà lui. Conte oggi tiferà dal salotto di casa sua. E chissà se, per scaramanzia, lo farà avvolgendosi in una bandiera viola.
Corriere Fiorentino
© RIPRODUZIONE RISERVATA