Qualcuno l'ha chiamata la maledizione del numero undici. O la solitudine del centravanti. A guardare la storia di questa stagione in effetti né Gilardino né Amauri possono dire di essere stati baciati dalla buona sorte. Qualche anno fa sarebbe stata una sfida tra bomber di alto profilo, tra i più ricercati sul mercato. Domenica invece si ritroveranno l'uno contro l'altro in una partita tra delusi: curiosamente, tra l'altro, Amauri era entrato nel mirino del Genoa, per gennaio, prima ancora di Gilardino, ma l'ex juventino temporeggiò e Preziosi virò con decisione sull'attaccante piemontese.
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Amauri e Gilardino, i bomber spenti a caccia di scintille
A Firenze si sono passati il testimone… e anche l’astinenza da gol
Alla Fiorentina i due calciatori si sono idealmente passati il testimone (e il numero di maglia, l'undici appunto) con un'unica speranza: prendere un'altra strada per ritrovare entrambi stimoli, entusiasmo, motivazioni. In realtà sia Gilardino che Amauri non hanno saputo imprimere una svolta alla loro stagione. Se Gila ha dovuto fare i conti anche con un infortunio al polpaccio che lo ha tenuto fermo per alcune settimane, Amauri ha risentito pesantemente della lontanaza dai campi di gioco durata oltre sei mesi. Eppure anche tra i tifosi del Genoa e della Fiorentina il loro arrivo era stato salutato tra entusiasmo e voli di fantasia. Gran folla per il primo allenamento di Gila da genoano, cori e applausi per Amauri al suo approdo a Firenze.
Secondo Delio Rossi al bomber di Biella si era spenta la luce: i suoi numeri alla Fiorentina in effetti erano deludenti. In dodici partite quest'anno ha realizzato solo due reti (contro il Bologna alla prima di campionato e poi a dicembre con l'Atalanta), intristendosi nel grigiore del gioco della squadra. Non molto meglio ha fatto con il Genoa realizzando una rete in sette gare — più quattro assist — pur dando l'impressione in alcune partite di essere un po' più reattivo rispetto alle ultime esibizioni viola. Di certo è una delle peggiori stagioni del Gila dal punto di vista realizzativo: la sua ultima annata senza arrivare in doppia cifra fu il 2007-08, l'ultima al Milan, quando realizzò sette reti.
Amauri era invece arrivato a Firenze con il desiderio di spaccare il mondo. Messo ai margini dalla Juve, il brasiliano aveva fame e voglia di riprendersi il tempo perduto. Nelle prime partite, sgomitando, sbracciandosi e divincolandosi dagli avversari, era anche riuscito a guadagnarsi gli applausi convinti del pubblico fiorentino. E poi c'era il precedente beneaugurante della stagione scorsa quando al Parma da gennaio in avanti, in undici gare seppe mettere a segno ben sette gol. A Firenze però è stata tutta un'altra storia: i gol non sono mai arrivati e per la verità nelle otto partite che Amauri ha disputato con la maglia viola non sono mai stati neppure sfiorati, ad eccezione che nella gara con il Catania. Zero reti in 739 minuti. Da speranza si è progressivamente trasformato in delusione, prendendosi anche qualche sfottò dai tifosi martedì alla partenza dal Franchi verso il ritiro di Viareggio. Quando arrivò alla Fiorentina, il ds Corvino parlò di un fidanzamento tra il brasiliano e i viola (il suo contratto scade a giugno). Ma il tempo pare già finito.
Lorenzo Marucci - Corriere Fiorentino
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