"OK si gioca ma che schifo". L’altalena della Leopolda smette di dondolare alle 21.12, quando il maxischermo annuncia l’ufficialità. Un applauso nervoso accoglie la decisione, i 1.800 coloratissimi tifosi viola che gonfiano la stazione delle kermesse renziane stanno col fiato sospeso dalle 19.30 e non aspettano altro che la partita che vale una stagione. Ma quello start dopo la sparatoria, gli incidenti e tutto il resto lascia l’amaro in bocca, che non va via nemmeno quando le telecamere inquadrano Montella e la panchina viola e gli altoparlanti sparano l’inno: «La verità è che è una cosa assurda e vergognosa, anche se la colpa non è nostra», si sfoga qualcuno. (...)
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Amarezza alla Leopolda: “Una notte assurda…”
“OK si gioca ma che schifo”. L’altalena della Leopolda smette di dondolare alle 21.12, quando il maxischermo annuncia l’ufficialità. Un applauso nervoso accoglie la decisione, i 1.800 coloratissimi tifosi viola …
Intorno alle 13 arriva pure il reggente Dario Nardella a portare il saluto della città. Quando parte il coro “Noi non siamo napoletani”, forse malignamente riferito alle sue origini partenopee, Nardella fa spallucce: «Sono nato a Napoli ma sono venuto a Firenze quando ero molto giovane. L’entusiasmo per la Fiorentina mi ha subito contagiato e preso». E per suggellare l’accordo coi tifosi — che gli regalano pure la sciarpa “Sono nato a Firenze” — alla fine pure lui si compra il parrucchino viola anti-Conte e sventola la bandiera salutando i pullman. Scene di gioia e allegria, cancellate però dal drammatico pre partita. Che ha ribaltato la storia di questa giornata.
La Repubblica
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