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Alonso, torna mister fascia

Crea superiorità, anche in attacco. Dopo tre anni è diventato decisivo

Redazione VN

E’ tornato Alonso, che da treno abbastanza deragliante si è trasformato in prezioso convoglio sulla fascia. Uno dei pochi terzini che in Italia sa interpretare le due fasi, difesa e attacco, aggiungendo di conseguenza forza a centrocampo. Almeno finora, almeno fino a quando l’infortunio non lo ha tolto di mezzo contro il Napoli (e lì cambiò il vento della partita). Ci sono voluti due allenatori e tre anni in viola – uno interrotto dall’esperienza in prestito al Sunderland – per rendere funzionali le doti di Alonso al nostro campionato. E cioè: resistenza super (lo spagnolo domina i test all’interno del gruppo viola), continuità di corsa, forza nel gioco aereo, inclinazione al tiro in corsa. Gli difettavano – e anche parecchio – l’applicazione e la scelta dei tempi in difesa, soprattutto nei recuperi, verso i quali si disponeva con fiducia eccessiva confidando nelle doti di accelerazione. Qualche distrazione di troppo anche in marcatura, soprattutto in area. Il calcio in Italia però non è come quello inglese, che prima ancora del Sunderland Alonso aveva frequentato nel Bolton: qui la scelta dei tempi è determinante, come la preparazione tattica. Ci vuole tempo per capirlo, soprattutto in difesa.

Ma dalla scorsa estate (a parte l’incrocio contro il PSG, di cui restano negli occhi la modestissima marcatura in area su Ibra e altre gravi distrazioni) Alonso si è riscoperto diverso, più maturo e consapevole. Pronto per il campionato italiano e addirittura appetibile per le grandi squadre che fiutano l’affare, essendo il giocatore spagnolo quasi in regime di svincolo. Ma questo è un altro discorso e la Fiorentina si mostra più che ottimista per il rinnovo, sfiorando la certezza esposta in pubblico di raggiungerlo entro brevissimo tempo.

Alonso è stato protagonista di uno scatto di qualità evidente, se è vero che fin dall’inizio (vittoria contro il Milan) ha creato superiorità a centrocampo e addirittura in attacco. Tutto merito di Sousa? Anche Montella aveva mostrato di avere moltissima fiducia nel difensore non ancora venticinquenne (è nato il 28 dicembre del 1990), eppure con Sousa dev’essere successo qualcosa di speciale se il feeling è decollato fino a questi livelli. Alonso ha commesso il suo errore principale fuori dal campo, quando dopo aver segnato a Torino andò a festeggiare sotto la curva granata. Non solo: festeggiò come un torero, olé, innescando il sospetto di un malriuscito, clamoroso sberleffo.

Non era ovviamente così, Alonso fu semplicamente ingenuo non immaginando che la curva del Toro pochissimo avrebbe gradito i riferimenti a un toro, oltretutto matato. Da quel momento piovvero solo fischi, Sousa sbagliò a non sostituire il giocatore che da parte sua – rimpicciolendosi sempre di più – finì per scomparire dal campo. Non solo per quello finì tre a uno per il Toro, contro una Fiorentina non ancora pronta per il salto di qualità nonostante la precedente vittoria contro il Milan. Ma da allora, nonostante l’incidente di percorso, i progressi di Alonso sono stati evidenti e continui. Il ko muscolare contro il Napoli ha interrotto la crescita, ma ora la Fiorentina ha ritrovato Mr. Fascia.

La Nazione