Dopo i fioretti e le gufate sarà il caso di giocarla, questa partita, considerandola esclusivamente un esercizio di stile: grazie al suo gioco la Fiorentina è arrivata fin qui, leggera e divertita, al contrario del Milan cupo, costretto a vincere contro il Siena per puntellare un bilancio orfano senza gli incassi Champions. Quel che si dice due diverse disposizioni d’animo per passare la domenica sera.
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All’ultimo respiro
Dopo i fioretti e le gufate è arrivato il momento di giocare
Dopo i fioretti e le gufate sarà comunque il caso di vincerla, questa partita, perché lo spettacolo viola ha comunque lasciato una scia di sprechi e la classifica presenta il suo conto. Se solo — per esempio — fosse andata diversamente contro il Pescara, all’andata, quando Perin sembrava Nembo Kid...
Un ottimo motivo per vendicarsi, anche se l’avversario è già in B (esattamente come il Siena) e affiderà al suo orgoglio superstite il compito di salutare in tifosi in modo dignitoso. Una sconfitta con onore andrebbe benissimo. La Fiorentina ha due punti di svantaggio, ma arriva al match point da 30 milioni senza l’obbligo di centrarlo, perché il quarto posto sarebbe comunque un successo: non è quindi il caso di farsi troppi problemi (anche se la sua differenza ci sarebbe ).
Montella ha due dubbi, il primo riguarda Aquilani e il secondo Savic. Mati Fernandez e Compper sono favoriti per giocare, particolari a questo punto della stagione non determinanti. Il ritorno di Ljajic e lo stato di forma di Cuadrado offriranno a Jovetic la possibilità di tornare al gol dopo un’assenza che dura dal 10 marzo. Potrebbe essere — nel caso se ne andasse — un ottimo modo per salutare i tifosi viola.
Non convocato Sissoko, che ieri mattina è partito per Parigi dove festeggerà insieme agli ex compagni lo scudetto del Psg. La Fiorentina più modestamente stasera non penserà allo scudetto, ma a qualcosa che potrebbe assomigliargli.
Angelo Giorgetti - La Nazione
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