Alla faccia della solidarietà. «Dopo quello che è accaduto domenica, con la sospensione di Parma-Udinese, mi ha chiamato solo De Sanctis - denuncia Alessandro Lucarelli - Per me significa che non c’è la volontà di capire che quello che è successo al Parma potrebbe capitare anche ad altri nei prossimi anni. Se pensiamo solo al nostro orticello, lasciamo morire il Parma e tra qualche anno succederà lo stesso ad altre società». E alla rabbia il capitano gialloblù unisce l’orgoglio: «Voglio ringraziare personalmente il presidente del Genoa Preziosi, che si è messo a disposizione per pagarci pullman e albergo. Tuttavia non mi sento di accettare, perché non vogliamo far passare il messaggio che il Parma deve elemosinare dei soldi per andare in trasferta. Ringrazio Preziosi, ma se non ci tutelerà la Lega a Genova ci andremo a nostre spese. L’albergo del ritiro lo pagheremo noi».
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I giocatori si pagano la trasferta del Parma: «Ci hanno lasciati soli»
Alla faccia della solidarietà. «Dopo quello che è accaduto domenica, con la sospensione di Parma-Udinese, mi ha chiamato solo De Sanctis – denuncia Alessandro Lucarelli – Per me significa che …
Poco tempo Anche i tifosi dei gruppi organizzati hanno offerto il loro pullman, mentre la Lega, oltre a mettere in calendario «il caso Parma» nell’assemblea del 6 marzo per l’eventuale supporto economico nell’esercizio provvisorio, non ha margini di manovra fino a che il presidente Manenti non porta i libri in tribunale. Alcuni giocatori hanno fatto partire le raccomandate con le richieste di messa in mora, ma si tratta di una mossa superata dagli interventi della magistratura che ha avanzato l’ipotesi di fallimento. Il sindaco Pizzarotti sta lottando contro il tempo per accelerare le procedure: «Bisogna evitare che si perda la storia della squadra della nostra città. Più del fallimento, pilotato o no che sia, si deve cercare di dare continuità al campionato. Chiederò a Manenti che almeno si metta in contatto con la Lega, che si è resa disponibile a trovare delle risorse per concludere il torneo e non creare problemi anche dal punto di vista sportivo.
Bisogna trovare i soldi per gli steward, per il pullman, ci deve essere una disponibilità della proprietà a chiedere questi aiuti. Continuare solo a promettere investimenti e non farli mette tutti in difficoltà». Al momento né il sindaco né la Lega né la Figc conoscono la reale entità dei debiti del Parma: logico che in una simile situazione i potenziali acquirenti restino nell’ombra.
Chiusura I dipendenti del Parma, ieri, si sono riuniti in assemblea per capire, grazie all’aiuto dei sindacati, quali potranno essere le prossime mosse. Ha spiegato Mirko Levati, responsabile delle relazioni esterne del club: «Dobbiamo tutelare il più possibile le nostre posizioni. Chi ha lasciato il Parma in queste condizioni non penso dorma sonni tranquilli. O almeno, fossi in loro, non dormirei tranquillo». Ieri al centro sportivo di Collecchio si sono presentati i tecnici di una ditta di informatica per ritirare computer e stampanti che il Parma aveva in leasing ma che, da mesi, non venivano più pagati. Al Tardini invece ha chiuso i battenti il negozio di merchandising, il Parma Store. Lo spazio vendita era stato dato nelle ultime settimane in gestione alla Erreà, sponsor tecnico, ma l’azienda ha deciso di restituire le chiavi perché il Parma non aveva mai voluto firmare un accordo ufficiale.
La Gazzetta dello Sport
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