Torniamo indietro di un anno. Fuori Nikola Kalinic, dentro Giovanni Simeone. Alcuni tifosi non erano convinti dell'arrivo del Cholito. Temevano che non si sarebbe ripetuto in una piazza esigente come quella di Firenze. La stagione 2017-18 ha dimostrato il contrario. L'argentino ha segnato quattordici gol, dannandosi l'anima in ogni partita. Il croato, invece, ha firmato solo sei reti con la maglia del suo amato Milan. Un'annata orribile per lui, caratterizzata da occasioni mancate, fischi e comportamenti non professionali. Lo scarso impegno mostrato in allenamento alla vigilia della gara col Chievo a marzo, con conseguente mancata convocazione, fece infuriare Gattuso.
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La cacciata mondiale che benedice l’avvento del Cholito
Kalinic ha confermato di essere un giocatore ingestibile, un bambino invece che un uomo. La Fiorentina, con Simeone, ci ha guadagnato sul piano tecnico e umano perché il Cholito, oltre ad essere più giovane, è anche più maturo e responsabile
L'estromissione dal ritiro mondiale della Croazia ha confermato quanto Kalinic sia ingestibile sul piano umano. Nikola ha perso la bussola, ma soprattutto l'occasione di mettersi in mostra. Con delle prestazioni positive avrebbe probabilmente convinto il Milan a concedergli una seconda possibilità. Difficile che ciò accada adesso, così com'è difficile per il Diavolo rivenderlo viste le continue bizze. Complicato trovare compratori quando un giocatore, pagato profumatamente, si comporta come un bambino.
Nel frattempo i tifosi della Fiorentina gongolano. La trattativa col Milan si è rivelata un affare a livello tecnico e umano. Comprando Simeone il club viola si è messo in casa un attaccante con ampi margini di miglioramento, motivato al massimo, più giovane, ma, soprattutto, un professionista esemplare. Va bene essere dei buoni calciatori, ma in primis conta essere uomini maturi e responsabili.
La cacciata di Kalinic dalla Russia ha legittimato la bontà dell'acquisto del Cholito.
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