Rocco e Joe. Abituiamoci al nuovo che invade i nostri sogni, le nostre ambizioni. Fantasticare fa parte del gioco: qualcuno oserà, altri resteranno aggrappati al senso pratico. Resta il fatto che quando le farfalle tornano a volare nello stomaco ti senti leggero, diverso, felice. Un po’ come quando ti innamori: l’immaginazione torna al potere, tutto ti sembra possibile. Intanto, però, facciamo i conti col nostro mondo che cambia. Una parte, perlomeno, quella che dedichiamo alla nostra squadra del cuore. Addio Diego e Andrea, un vago saluto al poeta degli arcobaleni viola e al cacciatore di plusvalenze. Ciò che è stato bello lo terremo con noi, il resto (troppo) si dissolverà nella memoria di diciassette anni fatti di bei lampi e di vuoti immensi, di progetti rimasti tali e di qualche anno fatto di orgoglio e di bel calcio.
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Rock&Gol – Rocco e Joe
L'esordio su Violanews.com di Benedetto Ferrara non poteva che trattare del nuovo corso societario, ovviamente con il suo inconfondibile stile giornalistico
Ma adesso si ricomincia, e l’America è padrona. Cioè, quella della razza italiana che là ha fatto fortuna. Rocco e Joe, noi viaggiamo sempre in coppia. Callisto e Ranieri, Mario e Vittorio, Diego e Andrea. In questo caso è amicizia in affari e non parentela stretta, ma alla fine poco cambia. Ognuno avrà il suo ruolo, e quello che conta è che ci siano passione, ambizione e qualcuno in sede. E questo sarà Joe Barone, un tipo che non sfugge all’iconografia di little Italy, quella da grande pellicola (Martin Scorsese, per capirci) o da sit-com. Parliamo di morfologia umana, non di altro, sia chiaro. Ed è tutto molto intrigante, mentre aspettiamo di conoscere le regole del nuovo corso. La mappa, insomma. Non sappiamo se un giorno nasceranno Rosicons o Ebe Mom, sappiamo però che Rocco Commisso avrà il tempo per organizzare la sua società, restituire un po’ di orgoglio ai tifosi e il gioco alla squadra che verrà. Tutto questo a breve, anche se da giorni circolano nomi di allenatori possibili e improbabili e il caso Chiesa è per forza destinato a restare tale fino a quando qualcuno non convocherà il ragazzo per chiedergli di rispettare il contratto, magari con un bel ritocco all’ingaggio e la fascia di capitano.
Chi arriva deve partire bene. E’ evidente. C’è entusiasmo, e al di là dei paletti del fair play finanziario, non è certo possibile immaginare uno che spende tutti quei soldi senza volersi togliere qualche soddisfazione in purezza. La verità è che la storia di una proprietà segue delle regole abbastanza codificate. E tra queste c’è l’entusiasmo della prima volta. Il fatto che Rocco e Joe il calcio lo stiano già frequentando da tempo ci aiuta a pensare che i classici errori figli dell’ingenuità potrebbero essere limitati. Adesso procuratori e affini si scaglieranno sulla nuova manna arrivata dalla east coast. La scelta dei nuovi dirigenti sarà fondamentale per riaprire le finestre di un mondo da tempo chiuso in se stesso e terribilmente autoreferenziale. Scegliere giocatori migliori di quelli portati a Firenze negli ultimi due anni non dovrebbe essere difficile, tanto per ricordarci che nessuno chiede follie ma semplicemente qualcosa che abbia un senso nella logica dell’obiettivo che tutti desiderano: tornare in Europa. Perché la Fiorentina fuori dall’Europa può essere una fastidiosa eccezione ma mai una regola, costruire un legame forte con una città che non aspetta altro una dolce conseguenza.
La verità è che adesso tutto ricomincia. In altri tempi, quando il calcio italiano era una cosa più seria, i Della Valle avrebbero venduto già da un pezzo. Ma c’erano in ballo troppe storie, troppi rancori e troppi plastici in giro. Poi tutto è finito quasi all’improvviso. E la cosa che più stupisce è il fatto che la proprietà non avesse capito (o avesse fatto finta di) come si fosse ridotta la società, come fosse stato costruito male e gestito peggio un progetto tecnico mediamente scarso. Beh, basta così. E’ ora di guardare avanti e pensare al presente e a ciò che sarà. Quando Rocco e Joe diranno la loro, tutto sarà più chiaro. E se Chiesa resterà non sarà solo per la fascia di capitano o un bel po’ di soldi in più. Semmai sarà perché convinto di ciò che diventerà la nuova Fiorentina. E non parliamo di proclami. Ma di idee. Soprattutto quelle che arrivano sotto un cielo limpido, perché le tempeste hanno fatto danni. Troppi.
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