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Sogno Mondiale

Vlahovic, tra gol e mercato ecco il Mondiale. Buona notizia anche per la Fiorentina

Alessio Crociani

Il 2022 sarà l'anno del centravanti serbo, fresco di qualificazione ai Mondiali in Qatar. Un appuntamento, per lui, assolutamente da non perdere

Una gioia attesa tre anni, tanto è passato dall'ultima partecipazione della Serbia alla fase conclusiva di un grande torneo internazionale. Nel mezzo la delusione per la mancata qualificazione a Euro 2020 e la lenta ma costante risalita fino al trionfo di ieri in Portogallo, dove la Nazionale guidata dal c.t. Stojkovic è riuscita a soffiare il pass mondiale sotto al naso di CR7. Un'impresa non da poco che tra i suoi protagonisti assoluti ha visto anche il chiacchieratissimo Dusan Vlahovic, quattro reti alla causa (secondo nella Serbia dopo Mitrovic, match winner al da Luz) e carisma da vendere nonostante la giovane età. A Firenze sono in pochi a sorprendersi, consapevoli al di là di tutto del valore assoluto del giocatore. La qualificazione a Qatar 2022 si aggiunge ai tanti motivi che portano a immaginare il prossimo anno come quello della sua definitiva consacrazione, tra club, mercato e - appunto - Mondiale.

Una buona notizia anche per i tifosi della Fiorentina, che ancora non sanno se il centravanti serbo vestirà la maglia viola numero nove anche nella seconda parte di stagione. Quel che appare sempre più certo, però, è che la storia tra Vlahovic e la società gigliata - a meno di clamorosi colpi di scena al momento non preventivabili - difficilmente andrà oltre la prossima estate. Un anno da separati in casa al fine (ipotetico) di raggiungere lo svincolo a giugno 2023 rappresenterebbe un rischio troppo grande nell'anno dei Mondiali, tanto più se si considera che la rassegna si terrà eccezionalmente dal 22 novembre al 18 dicembre 2022, ovvero a stagione in corso. Potrà sembrare un dettaglio ma non lo è, perché in casi del genere, con livelli di tensione ben oltre il livello di guardia e figure terze pronte a tutto, ogni scenario diventa possibile. Anche perdere un patrimonio umano a zero. Per fortuna, probabilmente, non andrà così.