IlPortiere.net ha intervistato in esclusiva assoluta il portiere della Sampdoria Emiliano Viviano che domenica non sarà in campo al Franchi contro la Fiorentina, sua squadra del cuore dove ha militato: "Ruolo? Non si tratta di una scelta voluta perché, come il 99% dei bambini che iniziano a giocare al calcio, il portiere non lo vuole fare nessuno. Anche ai miei tempi, a turno toccava a tutti andare tra i pali e, quando è toccato a me, hanno visto che ero sopra la media e mi hanno destinato lì. Reputo l’ambiente Sampdoria ideale, non solo per un portiere, ma in generale per un calciatore, perché da una parte c’è una società da sempre attenta ai giovani e alla loro crescita, dall’altra un tifo vero, che partecipa, che non lascia mai la squadra da sola, un tifo positivo che evita il più possibile contestazioni e polemiche, che ti spinge sempre a onorare la maglia che indossi. È chiaro che esistono anche le pressioni, ma è giusto così, perché la Samp è una squadra importante, alla quale ogni giorno devi dare qualcosa.
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Viviano: “Dalla Fiorentina all’Arsenal, un’esperienza che mi è servita per staccare”
"Io avevo avuto un’escalation sempre positiva, ero andato sempre a migliorare, sino alla nazionale, sino alla Fiorentina. Poi l'Arsenal..."
Carriera? A mente fredda l’esperienza positiva è stata quella di “staccare” un anno, di andare in Inghilterra, all’Arsenal. Ho conosciuto un altro calcio, un altro modo di vedere e di vivere la nostra professione, un’altra maniera di allenarsi. È stata quella la prima volta in carriera, dopo l’esordio in serie B, che non ho giocato e se non giochi ti fai delle domande e a cercare delle risposte, per migliorare. Io avevo avuto un’escalation sempre positiva, ero andato sempre a migliorare, sino alla nazionale, sino alla Fiorentina con 70 punti in campionato e la qualificazione alla Champions sfiorata per 5 minuti. Quindi, dopo tutto ciò ritrovarsi all’Arsenal senza giocare è stata dura, ma è servita tantissimo per rilanciarmi poi alla Sampdoria".
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