Coronare il sogno di una vita e piombare in una crisi tecnica e psicologica è stato molto più veloce di quanto tutti si aspettassero. Questi i primi sei mesi di Emiliano Viviano in maglia viola. Il rigore parato contro il Parma alla 4^ giornata sembrava la svolta dopo un inizio stentato, e le scorie del grave infortunio al ginocchio definitivamente superate. Ma gli interventi goffi contro Atalanta e sopratutto Roma hanno fatto scendere le quotazioni del n° 1, tanto da portare Montella a scegliere Neto per le successive gare contro Siena e Palermo, e negli ottavi di Coppa Italia (vinti) contro l’Udinese. La pausa invernale, il mercato e le voci (più o meno maligne) che vogliono Viviano lontano da Firenze.
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Viviano, come uscire dal tunnel
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Due poi sono gli indizi ulteriori che allontanano poi il portiere-tifoso dalle rive dell’Arno: in primis Neto ha convinto, verrà riproposto anche contro il Pescara e Montella non è tipo da farsi condizionare dagli umori della pur sempre piazza fiorentina, senza considerare il fatto che il Bologna cerca un portiere (Curci e Agliardi non convincono) e Viviano è molto legato ai rossoblu dove ha esordito ed è esploso in Serie A.
Non resta che aspettare, verbo che nel calcio spesso non viene concesso, ma risalire sul treno viola in piena corsa Champions non è assolutamente facile e il buon Emiliano dovrà dimostrare di valere i 7,5 milioni che la Fiorentina dovrà sborsare per assicurarsi il suo riscatto. Altrimenti è stato solo un sogno, realizzato però nel peggiore dei modi.
PIER FRANCESCO MONTALBANO
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