E alla fine arriva il giorno: termina finalmente la “settimana santa” ed è tempo di Fiorentina-Juventus. In tutte le strade di Firenze sud si percepisce un'aria strana, quasi come se la tutta la città attendesse quelle maledette tre del pomeriggio. Ci ricordiamo che prima di essere partiti da casa ci siamo vestiti allo specchio, guardandoci intensamente, legandoci la sciarpa al collo e baciando il giglio sulla nostra maglia: non è una partita come le altre e mai lo sarà. Ma eccoci nella baraonda di Campo di Marte, dove migliaia di formiche impazzite cercano disperatamente di accaparrarsi un posto decente davanti ai tornelli. A quasi un'ora e mezzo dall'inizio della partita, la Fiesole è completamente piena: “Si gioca contro la Juve c***o, dai eh!”; la gente non sta più nella pelle.
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Vista dalla Fiesole: “Miracolo a Firenze”
Umiliata la Juve: la bellezza del calcio in un solo match (COMMENTA)
Ci passano le bandierine, siamo pronti a cantare, ad urlare e a fischiare: le squadre scendono in campo accompagnate da una maestosa coreografia; in mezzo a splendidi colori, risaltano in negativo le casacche bianconere degli odiati avversari. Si parte: gli animi sono tesi sia in curva che in campo. La Juve attacca ma i nostri reggono: in mezzo alle incursioni di Tevez e Asamoah, Roncaglia ci prova dalla distanza senza successo. “Esce Ambrosini” ci avverte il nostro vicino di posto; “Ecco la prima sciagura della partita” pensiamo. Il match cambia leggermente: Pirlo sembra più libero, la Juve riesce ad arrivare più facilmente in area di rigore. Roncaglia e Pasqual provano a illuderci con un tiro e una punizione, ma i nostri avversari fanno quello che gli riesce meglio: “Rigore per la Juve! Ci s'era concentrati troppo su i' Milan ultimamente!”; Tevez cade in area e appoggia la sfera sul dischetto per la massima punizione. Rete, 0-1: l'Apache esulta con una mitraglia decisamente evitabile e ci manda su tutte le furie; “Ti piacerebbe essere come Batistuta, mostro che non sei altro!” ci scappa dalla bocca. Passano due minuti ed è tracollo: Cuadrado serve Pogba davanti alla porta per il 0-2; anche il numero 6 bianconero si esibisce in una mitraglia che poco ha del campione che era Batigol (Dio solo sa cosa ha detto Conte ai suoi per comportarsi in questa maniera). Termina il primo tempo e corriamo a comprare le sigarette: decisamente una prima frazione da dimenticare; anneghiamo i nostri dispiaceri in mezzo al tabacco.
In pochi ci sperano: alcuni strappano schedine e altri guardano l'inizio della ripresa seduti e abbattuti. Si riparte come nel primo tempo: il primo quarto d'ora ricalca le “gesta” dei primi 45 minuti; Tevez e compagni sfiorano lo 0-3 in più di un'occasione. A questo punto, se avessimo saputo prima cosa sarebbe successo, ci saremmo messi una cintura di sicurezza: da qui parte una corsa sfrenata verso il paradiso. Mati viene spinto in area: è calcio di rigore. Nessuno parla, qualcuno non guarda. Rincorsa lunga di Rossi. Attimi di silenzio lunghi una vita. Rete: accorciamo le distanze e riparte la bolgia di inizio partita. “Totalmente dipendente, non so stare senza te..”: passano 10 minuti di vuoto cosmico e Pepito lascia partire una sassata che piega Buffon. Ci incastriamo dentro a una coppia di seggiolini, tutti ci camminano addosso e siamo costretti ad appoggiare le mani su dozzine di sigarette spente: sembra un film perfetto; abbiamo riagganciato i gobbi. In mezzo a una torcida scatenata perdiamo ogni freno inibitorio cantando a squarciagola; mentre esultiamo ancora per il gol di Rossi la Fiorentina è in contropiede. Il pallone sta per arrivare a Joaquin. “Non ci posso credere..!”-”Vai! Vai”-”Oddio! Oddio!”. Black-out. Ricordiamo soltanto una serie di facce in preda alla gioia, alcune piangenti, altre che ti baciano in fronte, altre che ti chiedono se sia un sogno o meno. Siamo sul 3-2 e nessuno sa come. 3 minuti di canti e balli e ancora contropiede. Cuadrado, Cuadrado. Rossi, Rossi, Rossi. Voliamo direttamente in balaustra rimbalzando addosso a chiunque. “Te prima non eri mica qui eh..!” ci urla qualcuno festante. “Eh sì, ero lassù all'inferno!” rispondiamo in preda alla gioia.
Un flusso continuo di gioia dal 76' all' 80' che non ha pari nella nostra vita calcistica: 5 minuti da manicomio che entrano nella leggenda. Una storia da raccontare ai propri figli, un racconto che spiega come mai siamo meglio di loro e che insegna come, anche nella vita, fare gli sbruffoni non paga. Se fai le cose con il cuore vinci sempre e ovunque: anche se sei sotto 2-0 alla fine del primo tempo e hanno provato ad umiliarti in tutte le maniere. Finalmente abbiamo vinto tutti: per le strade intorno allo stadio i nostri caroselli vengono accolti dagli applausi e dai festeggiamenti delle persone che erano rimaste a casa; anche chi non è propriamente un ultrà ha seguito le incredibili vicende di questo Fiorentina-Juventus. Tra persone affacciate ai balconi e drappi viola alle finestre, una lacrima ci scende sul viso: questo è il calcio, questo è tifare Fiorentina.
ARTURO LEONCINI
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