La nostra giornata di “sport” comincia alle 12: ci rechiamo a prendere il nostro pullman per il match che abbiamo bramato per una settimana intera; c'è Fiorentina-Napoli a Roma, finale di Coppa Italia. Si beve, si canta, si ride: tutto sembra rispettare i canoni delle nostre attese e ci divertiamo parecchio. Poi i primi intoppi, le prime strane notizie: a un autogrill rimaniamo fermi per quasi tre ore imbottigliati tra dozzine e dozzine di pullman; “Secondo me non si arriva in tempo, speriamo bene” - “Dice hanno sparato a uno” - “Roma è completamente bloccata”. La radio ci informa che un tifoso del Napoli è gravissimo: gli hanno sparato; in noi sale una discreta tensione. A passo di lumaca riusciamo ad arrivare a Roma verso le 20.15 circa: “Bella organizzazione del c***o”. Veniamo lasciati a 20 minuti a piedi dall'Olimpico, camminata che siamo costretti a fare senza alcun tipo di scorta.
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Vista dalla… Sud: “Al di là del risultato, uno schifo”
I Viola perdono la finale in un clima surreale dai mille paradossi e scabrosità
A un quarto d'ora dall'inizio ufficiale del match riusciamo finalmente ad entrare: in mezzo a una calca inimmaginabile troviamo un posto riservatoci da alcuni nostri amici giunti a Roma in macchina. “Dice non si gioca”: alle 21 passate niente si muove e regna la disinformazione. La curva del Napoli "accoglie" una delegazione di steward con torce e fumogeni, si vocifera che non ci sarà tifo e che il ragazzo napoletano nel frattempo è morto all'ospedale: caos più totale; solo più tardi sapremo che tale “Genny 'a carogna”, in qualità di capo ultrà del Napoli e figlio di un boss della camorra, ha deciso che si può giocare, ma senza cori. Arrivano sotto la curva Sud Pradè e Macia: parlano con i capi ultrà della Fiorentina; sembra che anche il tifo viola non canterà. A questo punto si formano i due partiti del “canto” e del “non canto”, mentre il disgusto prende largo e ci fa quasi venire voglia di abbandonare lo stadio: in tutto questo non viene letto alcun comunicato, nessuno viene informato di niente. Quando tutto sembra far pensare a un rinvio, ecco che le squadre entrano sul terreno di gioco in ritardo di tre quarti d'ora: “È uno schifo”.
Dopo un riscaldamento improvvisato di 10 minuti scarsi, la partita ha inizio in un clima surreale: nessuna coreografia, nessun coro da parte dei tifosi del Napoli, qualche canto sparuto e non organizzato dei tifosi viola, i fischi all'Inno di Mameli; semplicemente un disastro. Quasi in maniera apatica seguiamo il match: dopo 10 minuti siamo già sotto ad opera di Insigne; passano altri 5 minuti e ancora Insigne raddoppia. 2-0 e il clima adesso è ulteriormente atipico: abbiamo l'impressione di vivere un incubo; “Sembra tutto un grande scherzo”. I nostri rispondono d'orgoglio e riescono ad accorciare le distanze con Vargas: la curva esplode, crediamo alla rimonta. I capi ultrà viola tornano a dirigere i cori: finisce definitivamente l'incertezza tra il canto e il silenzio. Nel finale di primo tempo Aquilani segna: tutti ci saltano addosso e finiamo a terra, ma noi cerchiamo disperatamente di fare intendere che il guardalinee ha la bandierina alzata e il gol è stato annullato. Orsato fischia due volte: questo strano primo tempo si chiude sul 2-1 in favore del Napoli.
“Mai vista una cosa del genere, da vergognarsi”: l'intervallo lo passiamo a domandarci il perché di tutto quello che è accaduto prima della match, soprattutto come può essere ammissibile che prima di una partita di pallone possano verificarsi cose del genere. Comincia il secondo tempo e i nostri cercano disperatamente di trovare il pareggio: “Non si tira mai!”. Dopo un tiro di Mati Fernandez che sfiora la traversa, ecco l'ingresso di Pepito Rossi: la curva accoglie il suo ritorno al calcio giocato con boati e cori. Poco dopo rosso per Inler: “Dai crediamoci!”. “Dai Josip vai..!”, ma Ilicic manca una colossale occasione da gol a tu per tu con Reina e la speranza svanisce: “Dimmi te come si fa a sbagliare una roba del genere..!”. Il sogno si infrange definitivamente su un contropiede del Napoli che porta Mertens in rete: 3-1 e aspettiamo soltanto il fischio finale. Fine: la “grandissima” serata dell'Olimpico viene “coronata” dall'invasione di campo finale dei tifosi del Napoli che, pericolosamente, aizzano la Sud con gesti poco ortodossi: per fortuna nessun tifoso viola ha ugualmente la sciagurata idea di entrare sul terreno di gioco. Mestamente ce ne andiamo via dallo stadio delusi, oltre che dal risultato, da ciò che abbiamo visto prima e dopo la partita:sicuramente uno spettacolo disgustoso e sconcertante che purtroppo (e probabilmente) non avrà mai giustizia.
ARTURO LEONCINI
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