Doveva esserci un tifone, ma alla fine il cielo non minaccia pioggia e l'impermeabile rimane a casa: è il giorno di Fiorentina-Lazio, incontro determinante per poter continuare a sognare in vetta. Ci arrivano notizie di alcuni disordini nel pre-gara, ma arrivati allo stadio la situazione sembra tranquilla, nonostante un gran numero di forze dell'ordine davanti ai tornelli: “Quando arrivano questi animali c'è sempre da aver paura...”. Entriamo un po' all'ultimo e la curva è già piena, con la Fiesole che intona cori tra fumogeni e vessilli in un'esplosione di colori: “Uccidiamoli” - “Via bisogna vincere con questi s*****i!” - “Ma perché gioca Mati al posto di Ilicic?”.
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Vista dalla Fiesole: “Vola / Un moccolo nel cielo…”
Viola umiliati dalla Lazio con un secco 1-3: Franchi scioccato e deluso
Si parte, e i tanti palloni che passano tra i piedi di Fernandez fanno rimpiangere lo sloveno: “È fuori ruolo, va sempre per vie orizzontali”. Subito al primo minuto Kalinic viene spintonato da Mauricio: si prosegue con il pubblico viola che si imbestialisce di già; “Ma come si fa?” - “Oh, e l'ha spinto!”. Dopo poco ancora il croato a terra in area, stavolta è Hoedt l'autore del contatto: “Oh ma allora??” - “Questo Rizzoli di m***a non fischia un c***o!”; animi già tesissimi al secondo minuto di gioco, capiamo subito che sarà una partita lunga. “Nooo!” - “L'aveva piazzata bella questa!”: Mati da punizione sfiora il palo alla destra di Berisha. Segue una fase di gioco disordinata, nella quale la Fiorentina sembra piano piano affievolirsi lasciando spazio e coraggio alla Lazio: Keita a tu per tu con Tatarusanu si fa parare dal romeno; “Qui s'è rischiato parecchio” - “Si sta prendendo delle imbardate...”. I nostri inspiegabilmente “hanno deciso di spengere il cervello” e difatti servono il pallone al quasi ex Milinkovic-Savic che dal limite dell'area mette fuori di poco: “Oh ma icché si fa?” - “Qui è partito un bel ruzzo sì...”. È ancora il serbo biancoceleste che con un'incornata supera Tatarusanu, ma non Astori, che di testa salva sulla linea: “Vorrei sapere cosa si sta combinando, si sta facendo una partita ridicola” - “Sembriamo molto stanchi” - “Eh ma capito, noi bisogna giocare il sabato alle 6, quegl'atri tutti belli riposati a giocare la domenica sera, f*****o”.
Kuba e Kalinic non si intendono, Borja si prende un giallo per proteste (e lo stadio si infuria con Rizzoli, il quale opera una gestione dei cartellini quantomai sui generis), Milinkovic-Savic gioca a pallamano favorendo una ripartenza per i suoi (e anche qui il Franchi si scalda, con la classica scena della Maratona che smanaccia verso l'arbitro): in tutta questa confusione Roncaglia si fa prendere dalla garra e serve il pallone direttamente a Djordjevic che dà a Keita per lo 0-1; “Eccola la tassa Roncaglia!” - “Ma con chi si gioca in difesa?” - “Possibile in Serie A vedere roba simile??”. Rizzoli fischia la fine del primo tempo e ci girano discretamente le scatole: testa al secondo tempo; “Tutte le volte mi tocca vedere questi sudici che mi esultano nel viso”.
Seconda frazione che ha inizio, Lazio con un chiaro intento: ostacolare e rallentare il gioco; giallo a Parolo che allontana il pallone. “Noo!” - “Madonna che s***o!”: Alonso sgancia il sinistro, ma il pallone è di poco a lato. Per non farci mancare niente, Badelj si fa male e se ne va via in barella: “Ovvai, adesso diteglielo a Gnigni che siamo senza centrocampo!”; al suo posto entra Ilicic (“Oh, ma che ci voleva tanto a metterlo dentro?”). Anche Mati sfiora il bersaglio grosso su tiro di prima da cross basso di Alonso: “Maremma cane sembrava proprio nello specchio”. Poi Rizzoli si ricorda dell'esistenza dei cartellini gialli, ammonendo gli ennesimi falli di Hoedt e Konko, mentre nel frattempo entra Pepito per Mati. “Madonna che s***o però, maremma infame!”: Rossi subito al tiro si fa parare da Berisha.
Successivamente la Lazio perde tempo, tanto tempo: prima Radu e Hoedt a terra (“Guarda caso adesso che ci s'ha la spinta giusta per pareggiare!”) poi anche Mauricio; “Con questa storia del fair play hanno rovinato uno sport!” - “È semplicemente una vergogna!”. I nostri cominciano a essere scarichi, Matri manca poco segna il solito e immancabile gol dell'ex (“Bene m***a!”), Pepito ancora al tiro ma Berisha para: purtroppo la partita sta sfuggendo via; tra perdite di tempo di vario genere (palloni allontanati, rimesse ritardate, giocatori a terra), la sensazione è che ci si debba rassegnare. I 6 minuti di recupero concessi ci danno un piccolo barlume di speranza, ma Milinkovic-Savic sfrutta una gestione di palla a dir poco balorda da parte della nostra difesa e mette dentro lo 0-2: mentre la gente se ne sta già andando a casa, Roncaglia, forse il peggiore in campo, accorcia le distanze sull'1-2;“Crediamoci mancano ancora 3 minuti!”. Poi è Felipe Anderson a infliggerci il colpo di grazia portando il risultato su uno sconfortante 1-3: volano aquile nere su sfondo tricolore nel settore ospiti (“E pensare che a me non mi fecero entrare nemmeno una bandiera della svizzera per Kuzmanovic" [che era pure serbo, ndr]) assieme a bestemmie e infamate della Fiesole: “Fasci laidi!”.
Match in archivio e prima sconfitta del 2016: “Troppo mosci, troppi pochi giocatori, troppo tutto!” - “Ma poi noi si viene dalla trasferta di Palermo, non s'è fatto un c***o di allenamento al completo, porca miseria!”. Ce ne andiamo con un discreto giramento: “Adesso ci sorpassano tutti, si rifinisce quarti e si torna alla nostra dimensione! F*****o vai!”. A capo chino ci ritiriamo verso casa, con la sensazione di aver perso una ghiottissima occasione per continuare a sognare.
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