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Vista dalla Fiesole: ma cosa stiamo combinando? Primo obiettivo “ricompattarsi”

Prima ancora della squadra serve ricompattare una tifoseria divisa

Giacomo Brunetti

"Prima ancora della partita bisogna focalizzarsi sull tifoseria. Anzi, prima ancora di parlare di calciomercato, rifondazione, cambio di allenatore e nuovo ciclo è essenziale ricompattare la tifoseria, spaccata al suo interno come la famosa divisione tra Guelfi e Ghibellini. D'altronde a Firenze, ma un po' come in tutte le piazze, non si è mai tutti d'accordo. Però almeno si viaggia sulla stessa lunghezza d'onda. Stavolta invece, come già accaduto in questa stagione, arriva la "contestazione alla contestazione". Raccapricciante, stucchevole e fastidioso.

"La partita inizia con poche pretese, soprattutto il primo tempo è davvero noioso ed a farla da padrone è il Sole che batte negli occhi. Ma la Fiesole, con un numero di presenti ridotti all'osso rispetto alla normalità, è comunque presente. Prima del fischio d'inizio, ecco la coreografia in onore del gemellaggio con lo Sporting Lisbona, in memoria anche di Marco Ficini. Il telo scende ed il simbolo gigliato e quello portoghese sono accanto. Poi, dopo alcuni cori di incitamento, arrivano le rinnovate accuse alla proprietà: sono sempre di più a cantare, ma una parte della stessa Fiesole ed una restante porzione dello stadio iniziano a fischiare. Ne nasce una "lotta interna", divisa tra battibecchi verbali e, come detto, fischi. Oltre agli striscioni. Specialmente in riferimento alla "minoranza" citata da Andrea Della Valle nel post-partita di domenica scorsa a Reggio Emilia: dal "salutate la minoranza" cantato dal fulcro della Fiesole fino allo striscione esposto che recitava: "Non è una minoranza, è Firenze che ne ha abbastanza. Della Valle vattene".

"La prima frazione scivola via così, con poche emozioni in campo e qualche offesa in più per Sousa. Nel secondo tempo si ricomincia: cori per i Della Valle, discussioni verbali interne tra i tifosi ed una partita che stenta a decollare. Keita porta in vantaggio la Lazio, il malumore aumenta ed adesso anche i calciatori sono sotto accusa. L'allenatore portoghese peró la ribalta: fuori alcune scelte azzardate, dentro le due punte. Ma nella tifoseria continua comunque a mancare l'unità, sembra quasi che a qualcuno dispiaccia aver ripreso la partita. Anche perché in pochi minuti c'è spazio per ben tre ret viola: e così i malumori interni diventano sorrisi, in puro stile fiorentino. L'astio viene esternato ma comunque messo da parte, anche quando Murgia siglia il 3-2. A Firenze funziona così, basta un attimo per tornare a sentirci momentaneamente come sempre. Poi naturalmente la divisione interna rimane. E proprio da qui la Fiorentina dovrà ripartire: ricreare l'entusiasmo, dare credibilità e non sbagliare programmazione. Scene come quelle di ieri lasciano l'amaro in bocca, il viola separato in casa che aumenta malumori, quasi a sè stante rispetto alla squadra che gioca. L'unità del tifo è da tutelare ancor prima di un buon difensore. Non che non ce ne sia bisogno, non che le due cose non siano collegate. Ognuno può avere le proprie idee ma ci sono più modi per farle valere.

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