A Firenze il sole stenta a tramontare come nelle più classiche giornate di maggio: è il giorno tanto atteso di Fiorentina-Roma. Percepiamo la tensione in ogni strada che ci porta a Campo di Marte, con clacson che si salutano a vicenda e bandiere viola sui motorini. Arriviamo all'entrata e nessuno si vuole sbilanciare sul pronostico: “No no, non dico nulla che tanto porta male”; “Ti dico X ma non lo dire a nessuno...”. All'interno della Fiesole veniamo accolti da un bel colpo d’occhio: lo stadio è gremito e cominciamo a convincerci che, nel bene e nel male, sarà comunque una partita indimenticabile. Dopo i primi cori nel riscaldamento, il tifo viola si scatena all'entrata in campo delle due squadre: una sciarpata maestosa corredata dai decibel di tutto il settore della Fiesole rende il Franchi uno degli stadi più caldi e belli d’Italia.
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Vista dalla Fiesole: “Ha vinto l’anticalcio”
La Roma vince, ma i viola escono tra gli applausi del Franchi (COMMENTA)
Con le farfalle nello stomaco comincia il match: la partita si rivela fin da subito frizzante con repentini cambi di fronte. Sin dai primi minuti si ha l’impressione che non sarà una partita semplice: “Le vedo male queste partite, speriamo bene” dice un nostro coetaneo con sguardo preoccupato. Passato il quarto d’ora abbiamo il primo sussulto: Borja Valero si fa respingere un colpo a botta sicura. Poi avviene qualcosa che non si vedeva da tempo: un petardo viene lanciato dal settore ospiti verso la Ferrovia. Un atto semplicemente incivile e vigliacco che, come verremo a sapere più tardi, ferirà un supporter viola. Chissà cosa avrebbe da dire in sua difesa il collega giallorosso nel pezzo “Vista dal settore ospiti”: forse direbbe che nel suo stadio queste cose sono normali. Nel frattempo però si gioca: Jovetic coglie un clamoroso palo da due passi e l’urlo ci rimane strozzato in gola. Tra sprazzi di bel gioco e qualche occasione si conclude il primo tempo: la curva applaude i propri beniamini sostenendoli in vista del secondo tempo.
L’intervallo vede facce tese e sguardi sicuramente non rilassati: “Io adesso firmerei per uno 0-0, non la vedo bene”; “Queste sono partite rognose”. Tra musiche da discoteca e balletti a centrocampo è già tempo per la seconda frazione. La Fiorentina domina fin da subito. La Roma è spaventata: ogni volta che scendiamo verso la porta difesa da Goicoechea creiamo grossi grattacapi ai catenacciari giallorossi. In pochi minuti tiriamo tantissime volte in porta creando gran gioco e sfiorando più volte il vantaggio: la Fiorentina strappa applausi. Dopo che Ljajic si fa deviare in angolo da un Goicoechea che sembrava già battuto, la torcida viola si scatena nuovamente. Un tifo assordante accompagna le azioni dei gigliati: i ragazzi ci mettono cuore e anima per mettere quel maledetto pallone in fondo alla rete. Dopo quasi 4 conclusioni a fil di palo e conseguenti imprecazioni contro la malasorte, arriviamo al finale del match: Pizarro colpisce l’incrocio dei pali ed un vasto assortimento di bestemmie si alza dalla curva. Si ha già la sensazione che se dovesse finire 0-0 questa sarebbe una bella ingiustizia. Pensate poi se dovesse finire 0-1 per i giallorossi: al 90’ inoltrato Osvaldo gela lo stadio e consegna la vittoria all’anticalcio. Ci guardiamo intorno e le facce sono sconvolte: c’è chi impreca, c’è chi prende a calci qualsiasi cosa, c’è chi si copre il viso per nascondere le lacrime, c’è chi guarda nel vuoto e c’è chi, sconsolato, se ne va via perché non può sopportare un’ingiustizia del genere.
È finito l’incontro: tutti i sogni si spezzano e la rabbia monta. Ma ecco i ragazzi che vengono sotto la curva: sono acclamati come eroi, come gente che ha lottato fino alla fine contro tutto e tutti e, se ci permettete, come uomini con degli attributi infiniti. Pizarro esalta la curva rabbiosamente: la Fiorentina ha vinto moralmente. ”Ha vinto l’anticalcio”, dice qualcuno. Chi ha la forza di alzarsi dalle gradinate fa ritorno a casa amaramente, ma la consapevolezza è una: la Fiorentina è una grande squadra che non molla mai e che gioca il miglior calcio d’Italia; “La dura legge del gol” se ne faccia una ragione.
ARTURO LEONCINI
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