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VIOLA VINTAGE – Quando Vryzas divenne re per una notte contro il Palermo

Era il 12 marzo 2004. Grazie a quella vittoria insperata, la Fiorentina di Mondonico cambiò marcia e poi conquistò il play off

Stefano Niccoli

La Fiorentina, di “meteore, ne ha viste tante. Tra queste c’è anche Zisis Vryzas. Il greco non ha certo lasciato un bel ricordo a Firenze, ma se la squadra gigliata, dodici anni fa, riuscì a conquistare i play off per la promozione in Serie A, il merito fu anche dell’ex attaccante, capace di ritagliarsi un momento di gloria contro il Palermo.

Viola e rosanero si affrontarono a Firenze venerdì 12 marzo 2004, era la trentaduesima giornata del campionato di Serie B. La Fiorentina, allenata da Emiliano Mondonico, era reduce da un anonimo 0-0 a Treviso, mentre il Palermo di Francesci Guidolin, capolista, aveva vinto 2-1 contro il Como il fine settimana precedente. Era soprattutto la sfida tra Riganò e Toni, entrambi a quota sedici gol. “Della Valle-Zamparini, grandi idee. Fiorentina-Palermo è il duello tra imprenditori abituati a primeggiare”, titolò La Gazzetta dello Sport alla vigilia.

I padroni di casa si schierarono con un inusuale 4-3-3 composto da: Cejas, Maggio, Viali, Delli Carri, Savini, Piangerelli, Di Livio, Ariatti, Fantini, Riganò, Graffiedi. Gli ospiti risposero con: Berti, Conteh, Biava, Accardi, Grosso, A. Filippini, Corini, E. Filippini, Mutarelli, Zauli, Toni. Arbitro: il signor Bolognino di Milano. Dopo soli venti minuti la formazione siciliana si portò in vantaggio con Toni: punizione tagliata di Corini, il bomber emiliano sbucò dietro a Savini e Delli Carri e di piatto trafisse Cejas: 0-1 sotto la Curva Fiesole. La Fiorentina reagì colpendo prima la traversa con Maggio, poi pareggiando al 34’ con Di Livio sugli sviluppi di una punizione spizzata da Toni. 1-1 all’intervallo, durante il quale i tifosi mostrarono alcuni striscioni polemici nei confronti dell’allora presidente Gino Salica e il direttore generale Fabrizio Lucchesi. Nella ripresa il Palermo sfiorò per ben tre volte l’1-2. Al 73’ Mondonico fece entrare Vryzas al posto di Riganò, mentre all’82’ fu Camorani a sostituire Graffiedi. I cambi si rivelarono – a sorpresa – decisivi. In pieno recupero – dal nulla - arrivò il gol della Fiorentina. 92’: cross di Di Livio dalla trequarti, uscita goffa di Berti, colpo di testa di Camorani, traversa e tap-in vincente di Vryzas. Finì 2-1 nel tripudio generale, con il centravanti greco re per una notte e con la sensazione che qualcosa stava cambiando. Da quel momento in poi, infatti, arrivarono le vittorie con Verona, Bari, Como e Ternana, utili – grazie anche ad altri risultati – per arrivare al sesto posto con 73 punti e quindi al doppio spareggio contro il Perugia.

“Firenze, notte di antico splendore”, “Vryzas entra e affonda il Palermo capolista: i viola tornano a credere nella promozione. Toni prima segna, poi devia la punizione di Di Livio. Il Palermo sfiora il 2-1 e non merita il ko”, titolò La Gazzetta dello Sport sabato 13 marzo 2004. “Fiorentina, festa all’ultimo secondo”, scrisse, invece, l’Unità. “Stasera la squadra ha mostrato quello che vale e adesso può solo crescere. In città è cresciuta una tensione abnorme. Penso sia giusto aspettare, almeno finché i risultati non ci condanneranno. Poi faremo le analisi e vedremo se avremo sbagliato qualcosa. Il nostro progetto, cioè la Serie A, resta valido e continuiamo a cercare di portarlo a termine”, disse Diego Della Valle nel post partita. “Alcune cose sono frutto della casualità, resta il fatto che abbiamo conquistato tre punti che fanno rumore perché lo abbiamo fatto con i primi in classifica. Graffiedi? E’ stato bravissimo, voglio che sia chiaro che l’ho sostituito perché aveva i crampi. Non sono diventato matto da sostituire il migliore in campo se non ha un problema fisico. Un’altra bella sorpresa è stato Savini”, aggiunse Mondonico. “Abbiamo giocato contro una grande squadra e non abbiamo demeritato. Per noi era importante solo la vittoria. Questo risultato ci tiene ancora in corsa per la A”, dichiarò Di Livio.

Sono passati dodici anni da quella partita, ma dimenticarla è impossibile.

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